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'Il braccialetto elettronico, applicato con successo in altri Paesi Europei, è uno degli strumenti indispensabili per una maggiore concessione degli arresti domiciliari e, se fornito di moderne tecnologie, potrebbe favorire anche un aumento delle misure alternative, oggi dette di comunità'. Lo ribadiscono gli avvocati penalisti che, il 30 novembre prossimo, con una manifestazione nazionale a Firenze, metteranno a fuoco la situazione attuale, ' per chiedere conto al governo' dell’' ingiustificato ritardo' sull’applicazione di questo strumento.
Per il terzo anno consecutivo la Camera Penale di Firenze quest’anno assieme a quella di Pisa - organizza la “Giornata dei braccialetti”, dando così seguito all’iniziativa voluta dall’Osservatorio Carcere “+ braccialetti - carcere” al Congresso dell’Ucpi di Cagliari del 2015. L’Unione delle Camere Penali Italiane, da tempo, denuncia infatti la ' mancata applicazione dell’articolo 275 bis cpp, in vigore ormai da 17 anni e da 4 anni considerata la regola da seguire nella concessione degli arresti domiciliari. Dal 2000 la norma ha trovato rarissima applicazione, con costi pari a milioni di euro. Solo recentemente i magistrati osservano i penalisti l’applicano nei limiti consentiti dal numero degli apparecchi disponibili, duemila'.
Le Camere penali evidenziano che ' liste di attesa e ingiustificate detenzioni in carcere non sono bastate ad accelerare i tempi per eliminare una delle tante vergogne del nostro sistema penale: dopo l’aggiudicazione del recente bando di gara per migliorare la situazione, non si hanno notizie precise sulla quantità e qualità dei nuovi braccialetti e sui tempi di utilizzabilità'. Intanto, ricordano i penalisti, i dati sulle carceri aggiornati al 31 ottobre scorso, ' confermano che il sovraffollamento sta aumentando di giorno in giorno: a fronte di una capienza regolamentare di 50.544 unità, sono presenti nelle carceri italiane 57.994 detenuti, di cui 10.249 in attesa del giudizio di primo grado e quindi ‘ presunti innocentì'.