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Il 30 aprile scadranno le misure “deflattive” per il carcere ai tempi del Covid. Parliamo di quei provvedimenti previsti dal decreto legge numero 7 del 2021 che finora non sono risultati sufficienti. Il sovraffollamento ancora persiste e con tutte le criticità che ne conseguono. Non a caso il deputato di Italia Viva Roberto Giachetti ha depositato un ordine del giorno sulla liberazione anticipata speciale. Ricordiamo che è in discussione alla Camera il disegno di legge di conversione del decreto 13 marzo 2021, n. 30. Ed è lì che sono contemplate anche le misure per quanto riguarda il carcere. Rita Bernardini costretta a sospendere lo sciopero della fame C’ è Rita Bernardini del Partito Radicale, non a caso ispiratrice del primo emendamento proposto (e rimasto inevaso) da Giachetti proprio sulla liberazione anticipata speciale, che ha inviato una lettera alla ministra della Giustizia Marta Cartabia sulle emergenze che attraversano le carceri. Allegati alla lettera tutti i nomi e i “memento” di coloro che dal 26 gennaio al 27 aprile hanno preso parte all'ora d'aria sotto il ministero della Giustizia. Una iniziativa dialogante e costruttiva. Ogni giorno, diverse persone di spessore, con esperienza nel mondo penitenziario, giornalisti e giuristi, hanno passeggiato assieme a Bernardini per esporre il proprio pensiero sulle storture del sistema giudiziario e penitenziario. L’ esponente radicale, chiusa l’esperienza del “memento”, ha anche avviato uno sciopero della fame, ma il medico Mario Pepe le ha consigliato di interrompere subito il digiuno in quanto presenta disturbi del ritmo cardiaco (tachiaritmia parossistica) da scompenso elettrolitico. Bernardini, considerando i precedenti che tre anni le portarono in terapia intensiva a seguito di un lungo sciopero della fame, ha deciso di sospendere il digiuno. Ma il dialogo con la Ministra prosegue, tanto da inviarle una lettera che ha reso pubblica. La lettera di Bernardini alla ministra Cartabia «Egregia Ministra Marta Cartabia – scrive l’esponente radicale -, ci tengo a trasmetterle i nominativi delle persone che da lunedì 19 aprile hanno iniziato con me il digiuno di dialogo sulla situazione penitenziaria. È importante che queste persone, in massima parte mogli o figlie di detenuti, scelgano il metodo nonviolento per portare avanti l'iniziativa. So, per pratica di decenni insieme a Marco Pannella, che per i grandi media fanno più notizia le rivolte o le manifestazioni violente, ma continuo a credere che i mezzi usati prefigurino i fini e che, come predicava e praticava Gandhi, occorre sforzarsi (e non è facile) di “essere il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo”». Liberazione anticipata pari a 75 giorni per ogni semestre di pena Ma ritorniamo all’ordine del giorno del deputato Roberto Giachetti. Impegna il governo ad introdurre, in via temporanea e per un periodo di due anni, dell’istituto della liberazione anticipata pari a 75 giorni per ogni semestre di pena, non applicabile ai condannati ammessi all’affidamento in prova, alla detenzione domiciliare o a quelli che siano stati ammessi all’esecuzione della pena presso il proprio domicilio. Ovvero – si legge nell’ordine del giorno – «per quanto riguarda i condannati che, a decorrere da dicembre 2015, abbiano già usufruito della liberazione anticipata, del riconoscimento per ogni singolo semestre della maggiore detrazione di trenta giorni, sempre che nel corso dell’esecuzione successivamente alla concezione del beneficio abbiano continuato a dare prova di partecipazione all’opera di rieducazione».