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L’Unione Camere Penali Italiane e il proprio Osservatorio Carcere esprimono preoccupazione per le gravissime affermazioni contro i Garanti dei Detenuti, contenute nei comunicati stampa di alcune sigle sindacali della Polizia Penitenziaria, in cui si giunge addirittura a chiedere l’abolizione di tale figura istituzionale.Oggetto di tale grave iniziativa sindacale sono gli interventi dell’Ufficio del Garante Nazionale e del Garante Regionale della Campania, a seguito delle denunciate percosse ai detenuti, che sarebbero avvenute nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Il 17 aprile scorso, il Garante Nazionale aveva incontrato il Magistrato di Sorveglianza di Santa Maria Capua Vetere, per gli episodi riportati da più fonti relativamente a maltrattamenti che sarebbero stati compiuti nei confronti di persone detenute dopo una manifestazione di protesta e una successiva perquisizione straordinaria. Preso atto dell’impegno dell’Ufficio di Sorveglianza a verificare quanto accaduto e a informare la locale Procura della Repubblica, il Professor Palma ha ritenuto di non depositare un proprio esposto.Su quanto denunciato da detenuti e familiari, anche con pubblicazioni di foto delle lesioni – essendo uno dei presunti malmenati uscito il giorno successivo a quanto sarebbe accaduto –è intervenuto anche il Garante Regionale Samuele Ciambriello, che ha portato a conoscenza del Procuratore della Repubblica le dichiarazioni raccolte. I due interventi – doverosi e di competenza dell’Ufficio - non sono piaciuti ai rappresentanti della Polizia Penitenziaria che sono giunti ad affermare che la richiesta d’indagini sarebbe un “attacco allo Stato” e “un vero e proprio piano, tra l’altro non troppo velato, di destabilizzazione messo in campo contro la polizia penitenziaria”,invocando l’intervento del ministro della Giustizia per rimuovere “ la figura del Garante dei detenuti che nel corso degli anni non hanno garantito ai detenuti una degna esecuzione della pena, ma si muovono solo per la destabilizzazione del sistema”.Evidentemente il “sistema” e lo “Stato” che questi signori vogliono è quello di Polizia, dove le indagini non vengono espletate e dove l’Autorità ha “carta bianca” per sopraffare i deboli.Essi dimenticano, tra l’altro, che i Garanti godono di autonomia e indipendenza anche rispetto agli organi territoriali (Regioni e Comuni) che li hanno nominati e che mai nessuna iniziativa governativa può impedire loro di esercitare quella funzione di garanzia che, giorno dopo giorno, e prima ancora della istituzione della figura nazionale, hanno svolto e svolgono all’interno delle carceri. Sappiamo che quanto espresso nei comunicati di alcune sigle sindacali, non rappresenta affatto l’intera Polizia Penitenziaria,composta da donne e uomini pronti al sacrificio nel rispetto del loro fondamentale e difficile ruolo, ma è importante che il Corpo, la stessa Amministrazione Penitenziaria, nonché il Ministro della Giustizia, prendano le distanze da affermazioni così gravi.