«Sospendere la riforma della prescrizione come segnale nitido della chiusura di un’epoca». Negli auspici dell’avvocato Giandomenico Caiazza riguardo al prossimo Ministro della Giustizia c’è un passo indietro, netto, sull’operato di Alfonso Bonafede. Un guardasigilli onesto e rispettoso nei confronti dei penalisti, dà atto il presidente dell’Unione Camere Penali Italiane, ma da bocciare senza remore nelle materie che lui stesso era chiamato a rappresentare nel governo Conte. «Ci auguriamo -dice all’Adnkronos il leader dei Penalisti - che sulla politica della giustizia questo nuovo governo segni la fine del populismo giustizialista a via Arenula e che il guardasigilli che verrà scelto sia espressione di una cultura liberale, garantista, tollerante, con una precisa idea dei valori costituzionali del giusto processo e dei diritti della persona», dice Caiazza. «E che l’obiettivo del nuovo Ministro sia quello di accelerare i tempi nel processo penale senza il sacrificio delle garanzie del cittadino imputato». «I provvedimenti che hanno caratterizzato la sua attività di Ministro e i punti di riferimento che ha sempre rivendicato sono il più possibile lontani dai nostri valori. Dallo spazzacorrotti alla legge sulla prescrizione, è quanto di peggio prodotto nella storia della Repubblica - dice senza mezzi termini - Non può quindi il nostro che essere un giudizio totalmente negativo. Grande lealtà e rispetto nei nostri confronti, a dispetto di altri guardasigilli che hanno avuto nei riguardi delle istanze dell’avvocatura spesso anche una freddezza, se non una ostilità che ricordiamo bene», osserva Caiazza. E allora cosa serve oggi alla giustizia? «In questo momento, dopo due anni da incubo, c’è una grande necessità di competenza: non so se questo significa un governo tecnico, parlerei di governo di persone competenti che conoscono le materie di cui si occupano». «Da un Governo del livello che si va profilando, ci aspettiamo di essere rassicurati che il tempo degli ideologismi giustizialisti sia definitivamente alle nostre spalle», scriveva ieri il  Caiazza, in un post pubblicato su Facebook. «Abbiamo già avuto modo di sottolineare come, dati incontrovertibili alla mano, il Governo del populismo giustizialista sia naufragato rovinosamente proprio contro lo scoglio della riforma totemica, emblematica di questa sciagurata, mediocre stagione politica, quella che ha abrogato un istituto di antica civiltà giuridica che è la prescrizione dei reati. Conterà certo la persona del nuovo Guardasigilli, ma più e prima ancora le idee di fondo alle quali il Governo intende ispirare la nostra politica giudiziaria», sottolinea il leader degli avvocati penalisti. Inoltre, aggiunge Caiazza, «da tutti si invoca, come un mantra, una riforma del processo penale che riduca i tempi, del tutto irragionevoli, del processo in Italia; ed è facile immaginare che sentiremo proclamare questo obiettivo anche dal professor Draghi», ma, sottolinea il presidente Ucpi, «non basterà dire: processi più rapidi. L’obiettivo è condiviso, ma le soluzioni impongono scelte tutt’altro che neutre». I penalisti italiani, infine, «faranno dono ai membri del nuovo governo ed a tutti i parlamentari, della nuova indagine sulle vere cause della durata irragionevole dei processi in Italia, condotta con l’istituto Eurispes, la cui pubblicazione è stata ovviamente ritardata dalla crisi pandemica. Per quanto nelle nostre forze, faremo in modo che, su questo tema cruciale, nessuna mistificazione sia consentita», conclude Caiazza nel suo post.