PHOTO
“Al momento non abbiamo alcun nome pronto”, dichiara al Dubbio il senatore pentastellato Michele Giarrusso, segretario uscente della commissione Giustizia di Palazzo Madama e fresco di rielezione, a proposito dei futuri componenti laici del Consiglio superiore della magistratura che saranno votati in quota 5Stelle.
Fra le nomine da parte del Parlamento in programma entro la prossima estate ci sono, infatti, gli otto componenti laici di piazza Indipendenza. L’attuale consiliatura terminerà verosi- milmente a settembre. Le elezioni dei sedici componenti togati sono già in calendario per luglio e le varie correnti della magistratura hanno finito di presentare le rispettive candidature il mese scorso. “Valuteremo i vari curricula dei candidati e fra questi effettueremo poi le nostre scelte”, precisa Giarrusso.
Per ricoprire la funzione di componente laico del Csm bisogna essere avvocato da almeno quindici anni o professore in materie giuridiche. Per gli avvocati eletti al Csm è prevista una incompatibilità totale con la professione forense che comporta la cancellazione dall’albo per tutta la durata del mandato quadriennale. “Nessun componente laico verrà scelto fra gli attuali parlamentari”, aggiunge poi il senatore siciliano. “Non ci sarà possibilità continua Giarrusso - che la scelta ricada su un parlamentare in carica, le regole interne del Movimento su questo sono chiare”. La valutazione dei curricula verrà effettuata dai componenti delle future commissioni Affari costituzionali e Giustizia di Camera e Senato. “Oltre ai curricula che ci perverranno, anche i nostri parlamentari potranno comunque segnalare dei nominativi che ritengano di elevato spessore. La scelta finale avverrà comunque sempre maniera collegiale”, conclude il senatore cinquestelle. Con gli attuali rapporti di forza in Parlamento, degli otto componenti laici, verosimilmente due o tre spetteranno al M5S. Fra questi otto, sarà scelto il vicepresidente del Csm, incarico ricoperto attualmente da Giovanni Legnini, eletto in quota Pd nel 2014. In caso di un governo Di Maio sarà molto probabile che il successore di Legnini possa essere espressione della componente pentastellata. Un Csm, quindi, totalmente diverso dall’attuale, in cui l’unico laico del M5s è il professore Alessio Zaccaria. A quest’ultimo, in ogni caso, non potrà essere rinnovato il mandato per espresso divieto della normativa che disciplina l’Organo di autogoverno delle toghe.
Da qui alla scadenza della consiliatura il Csm non è chiamato a deliberare su posizione dirigenziali chiave degli uffici giudiziari. Le nomine più importanti sono state tutte effettuate. Ad esempio, lo scorso novembre il procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero de Raho, il mese successivo i vertici della Corte di Cassazione, il primo presidente Giovanni Mammone e il pg Riccardo Fuzio. Alla prossima consiliatura il compito, dunque, di procedere con le conferme quadriennali e con i nuovi incarichi di vertice in scadenza.