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I dati e la statistica al servizio della giustizia, ancor di più dopo la riforma messa in piedi dalla guardasigilli Marta Cartabia. È stato questo il punto focale del dialogo-intervista andato in scena a Modena tra Gianluigi Gatta, ordinario di diritto penale all’Università di Milano e consigliere della ministra, e Luigi Ferrarella, firma del Corriere della Sera, nel corso del Festival della giustizia penale. La conversazione è stata anticipata da un’introduzione del sottosegretario alla Giustizia e deputato di Forza Italia Francesco Paolo Sisto, che in fase di apertura ha spiegato di non essere innamorato «della iperefficienza, ma della necessità che i principi siano rispettati», sottolineando di preferire «un processo più lento ma più giusto». Ma il punto centrale del dibattito è arrivato quando si è parlato delle novità della riforma, tra cui la gestione del fascicolo di valutazione dei magistrati grazie a nuovi strumenti per la raccolta dei dati. «Il processo di riforma che stiamo immaginando si realizzerà nel corso degli anni, questo è un dato di realtà - ha spiegato il consigliere Gatta -. Il nostro paese è molto arretrato in tema di statistica giudiziaria, che è uno strumento fondamentale proprio per fare valutazioni». Per poi affermare che «questo è importante sia per la politica che per il Csm», che poi è nient’altro che l’organo cui spetterà la valutazione degli stessi magistrati. «Per avere questi dati bisogna avere una base informatica che li raccolga, li analizzi e li renda trasparenti - ha aggiunto Gatta - Per farlo, sono stati fatti degli investimenti da parte del ministero nell’ambito del Pnrr, è stato istituto un nuovo dipartimento che si occupa della transizione digitale e della statistica ed è stato costituto un comitato tecnico scientifico per il monitoraggio della giustizia penale». Il comitato, di cui lo stesso Gatta fa parte, «monitorerà gli effetti della riforma (e quindi anche tutto ciò che riguarda la valutazione dei magistrati, ndr) dal punto di vista dei dati statistici». Che ci sono già, ma che al momento sono divisi tra Istat e ministero della Giustizia, e all’interno di quest’ultimo tra dipartimenti diversi. I dati saranno poi fondamentali anche per verificare i risultati ottenuti dalla riforma riguardo ad altri fattori, come i tempi dei processi e le problematiche connessi agli istituti penitenziari. «Dati al servizio della giustizia - ha concluso Gatta - Solo così avremo un sistema giudiziario più moderno ed efficiente».