Il giorno di Ferragosto per le carceri italiane non è stato solo un giorno di visite di delegazioni di parlamentari e associazioni. Purtroppo bisogna registrare un altro suicidio, questa volta a Parma, e una protesta dei detenuti al carcere Lorusso e Cutugno di Torino. Le visite di Ferragosto dei parlamentari nelle carceri italiane, negli ultimi anni, stanno diventando una sorta di rito al quale in pochi si sottraggono. Oltre al tradizionale impegno dei radicali e degli avvocati, Camere penali in testa, che quotidianamente denunciano la condizione di estrema emergenza dei nostri istituti penitenziari, si registra un interesse bipartisan che coinvolge anche i maggiori media nazionali.

Molto critico Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria: «Mentre gran parte della politica si ricorda delle visite in carcere solo a Ferragosto, magari in luoghi di villeggiatura, e la maggioranza di governo converte in legge un decreto vuoto e il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria si è cimentato nell'ennesimo “vaderetrum” nei penitenziari, la scia funebre continua inarrestabile». Il rischio è che, passato il momento delle visite e delle denunce, resti la drammaticità del quotidiano fatta di sovraffollamento e condizioni di vita al limite della dignità umana. Anzi, complice anche qualche uscita poco felice di esponenti della maggioranza, c’è il rischio concreto che l’insofferenza della popolazione detenuta venga rappresentata in modo negativo, nonostante la inarrestabile macabra conta dei suicidi in cella.

IL TERZO SUICIDIO NEL CARCERE DI PARMA

Come il giovane tunisino che si è impiccato nel carcere di Parma nel pomeriggio di Ferragosto, proprio mentre era in corso la visita dei Radicali e del Garante nazionale. Il detenuto era arrivato a Parma, da Ascoli Piceno, da soli tre giorni e si trovava nella sezione di isolamento Iride. Ne ha dato notizia il Garante regionale dei detenuti, Roberto Cavalieri: «È il terzo suicidio a Parma dall'inizio dell'anno. Il carcere di via Burla è il penitenziario con il più alto tasso di suicidi». Stava scontando una pena definitiva di 3 anni e 8 mesi. Era stato arrestato nell’agosto del 2021 per rapina, ricettazione violazione della normativa sugli stupefacenti, trasferito più volte da istituti della Marche, Emilia- Romagna, Umbria per motivi di ordine e sicurezza. Con quello di Parma salgono a 67 i suicidi nelle carceri italiane dal primo gennaio 2024, ai quali bisogna aggiungere i 7 agenti della Polizia penitenziaria.

LA PROTESTA DEI DETENUTI NELL’ISTITUTO DI TORINO

A Torino, invece, ieri una rissa tra detenuti si è trasformata in una protesta con disordini in diversi reparti nel carcere. Sei agenti della polizia penitenziaria sono rimasti feriti, due di questi hanno avuto anche un’intossicazione. La rivolta è iniziata nel primo pomeriggio, sono stati incendiati materassi e distrutte parti dell’arredo. Infine i detenuti, che non volevano rientrare in cella, hanno buttato olio sul pavimento per impedire l’intervento dei poliziotti. I disordini sono durati diverse ore. «Nella nottata anche grazie all’intervento di 120 poliziotti penitenziari la situazione è tornata sotto controllo», sottolinea il segretario generale di Spp, Aldo Di Giacomo.

IL GARANTE NAZIONALE: IN QUEST’ANNO SONO AUMENTATI GLI “EVENTI CRITICI”

Il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, Felice Maurizio D’Ettore, in un focus, basato su dati del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, rileva che dall’ 1 gennaio ad oggi, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso «è notevolmente aumentato nelle carceri italiane il numero degli “eventi critici”: aggressioni, atti di contenimento, decessi per cause naturali, suicidi, tentati suicidi, manifestazioni di protesta collettiva e individuale, percosse riferite all’atto dell’arresto, violazioni alle normi penali, rivolte». In particolare, quest’anno, rispetto allo stesso periodo del 2023, sono state registrate 3.607 aggressioni (+8,1%), 990 manifestazioni di protesta collettiva (+51,1%), 8.532 manifestazioni di protesta ( quaranta in meno), 185 casi di percosse riferite all’atto dell’arresto (+23,3%), 4 rivolte ( a fronte delle due dell’anno passato), 63 suicidi (+ 43,1%), 1.335 tentati suicidi (+ 9,4%), 1.297 aggressioni al personale della polizia penitenziaria (+ 22,4%) e 59 aggressioni al personale amministrativo (+ 43,9%). Secondo l’analisi comparativa riportata dal Garante, «è ipotizzabile che all’aumentare del sovraffollamento ( ad oggi al 130,87%, ndr) si possa associare un incremento di quegli eventi critici che, più di altri, sono espressione del disagio detentivo, quali atti di aggressione, autolesionismo, suicidi e tentativi di suicidio».

A tutto questo si aggiunge la confusione creata dalla circolare del 12 agosto del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria che invitava a diffondere ai detenuti il vademecum esplicativo su dl “Carcere sicuro”, con successivo contr’ordine a non diffonderlo, perché a uso dei Provveditorati regionali e dei direttori degli istituti. Un uno due che, da una parte ha alimentato speranze, mentre dall’altra ha aumentato confusione e polemiche. Non contribuendo certo a rasserenare gli animi dei detenuti che, da sempre, quando si intravedono spiragli legislativi che possano alleviare la loro condizione, poi disattesi, vanno in fibrillazione, protestando, o in stati depressivi che, purtroppo, sfociano in eventi suicidari.

CIAMBRIELLO: «CHIEDIAMO UN CONCORSO PER MAGISTRATI DI SORVEGLIANZA»

Il portavoce della Conferenza dei garanti territoriali dei detenuti, Samuele Ciambriello, a Lapresse ha ribadito che «Servono provvedimenti oggi. Tra l’altro, aggiunge, in Italia ci sono quasi 8 mila detenuti che devono scontare meno di un anno di carcere e al ministro, nell’incontro del 7 agosto scorso, abbiamo chiesto cosa voglia fare per queste persone. Ci ha dato appuntamento ai primi di settembre, perché, ha detto che sono allo studio del ministero provvedimenti ulteriori rispetto al decreto carceri. Per dare un appuntamento a un mese di distanza, io credo stia provando a mettere in campo qualcosa in più sul rischio suicidario rispetto al decreto appena convertito in legge. Chiediamo anche al Csm un nuovo concorso per i magistrati di sorveglianza, come riconoscimento del deficit che esiste. È chiaro che le misure alternative, la liberazione anticipata, sono aspetti importanti, ma se non hai i magistrati nulla cambia», ha concluso Ciambriello.

PITTALIS: «L’OBIETTIVO DI FORZA ITALIA DI PROPORRE LE SOLUZIONI MIGLIORI»

Nella maggioranza di governo le posizioni diverse e quelle di Forza Italia sull’emergenza carcere è stata espressa da Pietro Pittalis, vicepresidente della commissione Giustizia a Montecitorio e segretario regionale degli azzurri in Sardegna ai microfoni dei Gr radio Rai: «Che il problema delle carceri sia drammatico non è una novità per noi di Forza Italia ed è la ragione per la quale abbiamo lanciato in queste settimane l’iniziativa “Estate in carcere”. L’obiettivo è monitorare le condizioni degli istituti penitenziari e proporre le soluzioni migliori per alleviare il problema del sovraffollamento e dei suicidi».

L'Organismo Congressuale Forense, in una nota, critica la scelta del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove che nelle sue due visite a Taranto e a Brindisi ha evitato il confronto con i detenuti. “Tali dichiarazioni - scrive l’Ocf - contraddicono apertamente i principi costituzionali di umanità e dignità che devono guidare il trattamento dei detenuti, come sancito dall'art. 27 della Costituzione e come costantemente sostenuto dall'Avvocatura”, che “ribadisce il proprio impegno nella difesa dello Stato di diritto e della dignità di ogni persona, principi non negoziabili in una democrazia matura, ribadendo la propria volontà di continuare a vigilare e ad agire affinché questi valori siano rispettati a tutti i livelli istituzionali”.