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Nel 2016 doveva diventare una residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza, in acronimo Rems, ma tuttora la struttura è ancora vuota. Eppure parliamo di un ex carcere, quello di Empoli, considerato all’avanguardia visto che era un istituto a custodia attenuata per sole donne. L’istituto era all’aspetto decisamente diverso da altre carceri e si presenta all’interno gradevole nell’arredamento e, per quanto possibile, dinamico nell’uso degli spazi. Consegnato nel ’ 92, inizialmente era carcere mandamentale; nel ’ 94 diviene Casa circondariale maschile, succursale di Sollicciano. Nel 1996 è diventato carcere femminile, solo per ex tossicodipendenti, giovani e del luogo; successivamente si è aperto anche a detenute “comuni”, sia extracomunitarie senza permesso di soggiorno, che tossicodipendenti in trattamento metadonico, detossicate con psicofarmaci. Per chi era prossima alla scarcerazione si preparava un programma che generalmente prevedeva anche la destinazione di un alloggio.
Insomma un carcere virtuoso che è stato chiuso per diventare una Rems. Ma per cavilli burocratici, nonostante i soldi a disposizione, visto che la Asl competente aveva già pronto un piano da 650.000 per ristrutturarlo e trasformarlo in una struttura capace di ospitare 21 malati psichiatrici, è stato un continuo slittare. Ed ora, grazie all’incuria, rischia di cadere a pezzi ed è sommerso da erbacce. L’allora ministro della giustizia Andrea Orlando, fissò addirittura per l’inizio del 2017 la fine dei lavori di conversione.
Ma la data è stata continuamente posticipata fino ad arrivare a fine 2017, quando, l’Agenzia del Demanio ha finalmente trasferito a titolo gratuito la proprietà. L’Asl è diventata proprietaria della casa circondariale di Empoli il 21 dicembre scorso. Ora il progetto prevede la realizzazione della Rems in due fasi: prima per 9 pazienti, poi per altri 12 e l’importo dei lavori di ciascuna fase è di circa 200.000 euro. A questo sia aggiunge ovviamente il costo sulle spese tecniche, gli arredi, le attrezzature, gli allacciamenti, per un totale complessivo di 800.000 euro. I lavori sono stati avviati, ma i tempi si allungano e teoricamente a fine anno la struttura potrà ospitare i primi nove pazienti.
La necessità dell’apertura di una nuova Rems nella regione Toscana è importante, soprattutto nel momento in cui in tutto il Paese esistono centinaia di persone in attesa di essere ospitati, tra i quali – non pochi – l’attendono illegalmente in carcere. “Sopravvissuti” alla legge 180 del 1978 ( la “legge Basaglia”), gli Ospedali psichiatrici giudiziari ( Opg) sono stati definitivamente chiusi il 31 marzo 2015. Fino a quel momento in Italia avevano funzionato ancora sei strutture di quel tipo, e precisamente a Reggio Emilia, Aversa, Montelupo Fiorentino, Napoli, Barcellona Pozzo di Gotto e Castiglione delle Stiviere. In funzione della chiusura degli Opg, la legge 81 del 2014 ha predisposto le Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza - strutture più piccole, specializzate nella cura delle persone affette da disturbi mentali e sottoposte a misura di sicurezza detentiva - insieme a un potenziamento dei servizi psichiatrici territoriali. Il trattamento in Rems, infatti, va inteso non “per sempre” ma, se le condizioni della persona lo consentono, come una fase nel programma di cura per favorire l’attuazione di un percorso terapeutico- riabilitativo di reinserimento sociale.