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In carcere non possono bastare solo due telefonate in più. In una lettera- appello congiunta Ristretti Orizzonti, la Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia e l'Associazione Sbarre di Zucchero, sottolineano l’importanza di mantenere legami affettivi. L'annuncio del ministro Nordio, che proponeva un aumento delle telefonate come primo passo per migliorare le condizioni carcerarie, aveva generato speranza. Tuttavia, l'aumento da quattro a sei telefonate mensili è stato ritenuto inadeguato, considerando le sfide di solitudine e isolamento che i detenuti affrontano.
L'interrogativo è eloquente: cosa cambierebbero due telefonate mensili in più, di soli 10 minuti ciascuna, per chi vive la separazione dalle proprie famiglie? La pandemia di Covid- 19 ha sottolineato l'importanza vitale delle comunicazioni per i detenuti. Telefonate supplementari, introdotte come risposta alle tensioni scaturite dall'epidemia, avevano apportato un sollievo temporaneo. Tuttavia, il recente ritorno alle restrizioni sulle telefonate rischia di abbandonare le voci bisognose di connessione.
L'appello alle istituzioni è chiaro: non abbandonate questo progresso e comprendete il ruolo cruciale delle relazioni umane nelle carceri. L'aumento delle telefonate è solo l'inizio; le riforme legislative durature sono altrettanto vitali. Nonostante l'aspettativa di cambiamenti a più vasta portata, è fondamentale iniziare ad agire immediatamente. L’ appello richiama l'attenzione sul fatto che le pene detentive dovrebbero favorire la rieducazione, anziché infliggere ulteriori sofferenze. È un richiamo a evitare condizioni disumane che potrebbero spingere i detenuti verso comportamenti autolesionistici o addirittura al suicidio. La privazione della libertà è già una pena significativa, e non dovrebbe essere aggravata da ulteriori sofferenze come la separazione dai propri cari.