Un piccolo giallo ha accompagnato l'emanazione del discusso decreto legge n. 168, "Misure urgenti per la definizione del contenzioso presso la Corte di cassazione, per l'efficienza degli uffici giudiziari, nonché per la giustizia amministrativa". Definitivamente risolto ieri mattina quando è stato possibile consultare l'articolato sulla Gazzetta Ufficiale.Per tutta la giornata del 31 agosto, infatti, si pensava che il testo approvato il giorno precedente dal Consiglio dei ministri contenesse, oltre alla proroga dell'età pensionabile per i vertici della Corte di cassazione, alcuni importanti cambiamenti al processo civile. Autorevoli quotidiani avevano anche provveduto a diffondere ampi stralci degli articoli del codice di procedura civile che sarebbero stati oggetto di modifica.Solamente nella tarda serata, quando il decreto era in viaggio presso la Presidenza della Repubblica, si è appreso che non conteneva le parti relative alle modifiche al processo civile che erano state stralciate. In conclusione, quindi, il provvedimento, fortemente voluto dal Premier Matteo Renzi e che nelle intenzioni del governo dovrebbe migliorare "l'efficienza degli uffici giudiziari", contiene di significativo solamente la proroga fino al 31 dicembre del 2017 di circa 30 alti magistrati in servizio presso la Corte di Cassazione, a partire dal suo presidente.A dire il vero, però, contiene anche una modifica al testo sull'Ordinamento giudiziario, nella parte relativa ai trasferimenti dei magistrati, aumentando da tre a quattro anni il periodo dopo il quale un magistrato è legittimato a fare domanda per un'altra sede.Modifica che ha subito suscitato le ire dei giovani magistrati di prima nomina i quali dovranno aspettare un anno in più prima di poter fare domanda per una sede di loro gradimento. Essendo il primo trasferimento, da vincitore di concorso, disposto d'ufficio.Alcune toghe, maliziosamente, hanno fatto notare che allungare di un anno il tempo necessario prima di presentare domanda sia una norma "contra personam". Entrata in vigore ieri, questa disposizione penalizzerà alcuni magistrati che hanno appena maturato o stanno per maturare il triennio e volevano concorre per uno dei posti da dirigente, come presidente di un Tribunale o procuratore della Repubblica, che il Csm ha pubblicato nelle ultime settimane.A questo punto, prima della definitiva conversione da parte del parlamento, per la quale ci sono sessanta giorni di tempo, una data sul calendario va cerchiata in rosso: il prossimo 7 settembre.La mattina, Plenum del Csm, il primo dopo la pausa estiva e dove è stato inserito all'ordine del giorno la discussione della pratica aperta dal togato di Autonomia&Indipendenza Aldo Morgigni per valutare i profili di incostituzionalità di questo decreto. In particolare rispetto all'articolo 105, che attribuisce al Csm il potere su assunzioni, trasferimenti e assegnazioni di sede dei magistrati, e all'art. 107, nella parte in cui è indicato che i magistrati si differenziano fra loro solamente per le funzioni. Norme che secondo tutti i magistrati, come si legge nei vari comunicati diramati in queste ore, mettono sullo stesso piano sia i vertici della Cassazione che tutte le altre toghe. I primi, però, oggetto della discussa proroga, gli altri, invece, costretti alla pensione al compimento dei 70 anni d'età.Il pomeriggio, la riunione della Giunta esecutiva centrale dell'Associazione nazionale magistrati dove verranno valutate le iniziative da prendere in caso il governo intenda portare il decreto alle Camere per la conversione senza alcuna modifica.Come detto, il gruppo di Area si è già espresso per una giornata di sciopero. Magistratura Indipendente ha, invece, chiesto un incontro con il Capo dello Stato e con il ministro della Giustizia Andrea Orlando. Il quale, intervenendo ieri al congresso dei radicali in corso nel carcere romano di Rebbibia, ha dichiarato che la proroga in questione «è già circoscritta» e comunque «ha l'obiettivo di assicurare il funzionamento della Corte di Cassazione».