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Un'immagine del Palazzo di giustizia di Napoli
LETTERA AL DUBBIO Il vertice della sezione di Napoli dell'Associazione magistrati replica al presidente della Camera penale di Napoli, Marco Campora, che aveva parlato di autocritiche da parte delle toghe a proposito di una "sentenza precotta". "Abbiamo semplicemente riconosciuto la buonafede dell’avvocato Rocco di Torrepadula", scrive De Chiara, "la si smetta di gettare discredito su chi come noi lavora senza mezzi" Come già più volte precisato, continuare a parlare di scuse dell’Anmp è del tutto fuorviante, dato che il nostro intendimento è stato solo quello di riconoscere la buona fede dell’avvocato Rocco di Torrepadula, senza peraltro che né il diretto interessato, né altri lo avessero in alcun modo sollecitato. Evidentemente in un clima avvelenato come quello attuale, intorbidito da contrapposizioni strumentali, questo tipo di lealtà, per noi sempre doverosa, non è stata fino in fondo compresa, ma diventa purtroppo materia per rivendicare inesistenti risultati da agitare come trofei, come se ciò che importasse non fosse confrontarsi sul merito delle questioni, ma piuttosto presentare all’opinione pubblica le prove di una presunta debolezza dell’Anm. Ci domandiamo anche come mai nessuno senta finalmente l’esigenza di approfondire, anche criticamente, le argomentazioni da noi esposte nel corso della riunione indetta dal presidente della Corte di appello per sostenere che non si trattava di una sentenza, ma si preferisca liquidare posizioni comunque condivise dalla magistratura tutta, senza apprezzabili eccezioni, come la solita chiusura corporativa o peggio ancora gettando inaccettabile discredito sulla Corte di appello di Napoli chiamata a fronteggiare, senza mezzi e risorse, uno sterminato contenzioso. Marcello De Chiara Presidente sezione Anm Napoli