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Ermini
A tutt'oggi nel progetto riformatore è assente «il terzo pilastro», «quello relativo al Consiglio superiore e all'ordinamento giudiziario. Da tempo, ormai quasi due anni, lo sto sollecitando. Direi che siamo ai limiti, e davvero spero, come deciso dalla capigruppo della Camera, che a novembre il disegno di legge di riforma possa essere discusso e votato dall'aula». Così il vicepresidente del Csm, David Ermini, è tornato a sollecitare la riforma del Consiglio, intervenendo a un convegno dell'Anm. «Una riforma incisiva del Consiglio, preservandone però la discrezionalità, è tassativa e urgente - ha sottolineato -, da un lato per consentire di predisporre nuovi regolamenti interni affinché il prossimo Consiglio sia subito in grado di funzionare al meglio, dall'altro per avviare regolarmente le rinnovate procedure per l'elezione dei componenti togati». «L'attuale processo riformatore, non da solo e nonostante i suoi limiti, può aiutare a superare la difficile situazione in cui versano oggi l'ordine giudiziario e il suo organo di governo autonomo, e a restituire la giustizia alla funzione che la Carta costituzionale le assegna, quella di essere un potere non fine a sé stesso ma al servizio dei consociati. È un'opportunità che non va sprecata», ha concluso.