Era stato appena trasferito dal carcere di Terni all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, in regime di arresti domiciliari, a causa delle sue precarie condizioni di salute incompatibile con la detenzione penitenziaria. Ma Cristian Francu – il 51enne operaio rumeno accusato dell’omicidio di Marielle Soethe, la donna trovata morta in casa a Pistrino (Perugia) il primo dicembre 2022 – si è gettato da una finestra ed è morto sul colpo dopo un volo di 5 piani.

È accaduto giovedì sera, intorno alle 19, appena l’uomo – diabetico grave e con altre patologie – è arrivato nel reparto di Medicina interna direttamente dal carcere di Terni. L’ultima udienza sulla morte di Marielle Soethe, durante la quale erano state fatte rivedere le immagini del delitto, si era tenuta lunedì. Francu, presente in aula, si era proclamato innocente, come sempre fatto in tutte le fasi delle indagini. Con la morte dell’unico imputato si chiude di fatto anche il processo nei suoi confronti, cominciato a ottobre.

Francu era accusato di omicidio volontario e violenza sessuale e rischiava l’ergastolo. L’uomo, in carcere dal 20 novembre 2023 e difeso dall’avvocato Donatella Donati, secondo l’accusa aveva dapprima abusato della vittima per poi pestarla a morte e infierire su di lei anche quando era già a terra, fino a schiacciarle brutalmente il torace sotto le proprie suole, come scritto nel capo di imputazione.

I carabinieri, che hanno svolto le indagini con il coordinamento del pm Paolo Abbritti, erano convinti di essere risaliti al responsabile, anche in base al dna ritrovato sulle unghie e sugli abiti della donna e da un’intercettazione ambientale in casa, nella quale riferisce alla moglie dettagli sul delitto non ancora resi noti allora, che solo l’assassino – per l’accusa – poteva conoscere. La difesa, invece, non è mai stata d’accordo sottolineando la presenza di un altro profilo genetico maschile isolato sulla vittima, definendo gli indizi frutto di deduzioni e testimonianze poco attendibili.

I detenuti che si sono uccisi in carcere dall’inizio dell’anno sono 83, a cui si aggiungono i 7 agenti della polizia penitenziaria. Secondo Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, «sono ormai 16mila i detenuti oltre i posti disponibili e più di 18mila le unità mancanti al fabbisogno della Polizia penitenziaria, peraltro mal organizzata e scarsamente equipaggiata».

Il sistema carcerario si trova in una situazione di grave sovraffollamento, con circa 62mila detenuti che occupano strutture pensate per ospitarne 46mila. Questo surplus di 16mila persone non solo viola i diritti fondamentali dei detenuti, ma mette anche a dura prova l’intero sistema penitenziario, compromettendo la sicurezza, la salute e le possibilità di riabilitazione.