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Entro gennaio gli Opg saranno definitivamente chiusi e le Rems saranno tutte aperte e funzionanti. È questa la scadenza fissata per gli ospedali psichiatrici giudiziari in Italia da Franco Corleone, commissario unico per il superamento degli Opg. Una “rivoluzione gentile” - cosi la definisce nella sua ultima relazione trimestrale presentata agli inizi di dicembre - che potrebbe finalmente concludersi. Il superamento degli Opg e la loro sostituzione con le Rems potrebbe però creare la percezione che la salute mentale in carcere non sia più un problema. Invece esiste. Sparsi nelle patrie galere ci sono centinaia di detenuti con problemi psichiatrici. Solamente nella regione Calabria risultano ristrette 600 persone con problemi psichiatrici, senza un trattamento adeguato alle loro condizioni. E a farne le spese - oltre ai detenuti stessi che non vengono seguiti dai medici e operatori sanitari - sono i poliziotti penitenziari che fanno servizio nei reparti detentivi. L’emergenza psichiatrica nelle carceri potrebbe esplodere da un momento all’altro se non si predispongono misure adeguate. Nelle carceri ' normali' permangono molti ristretti con patologie mentali per i quali non sarà prevista alcuna struttura alternativa. Non solo. La legge per la chiusura degli Opg contiene una norma che prevede che alcuni detenuti finiscano la pena detentiva in carcere. Quindi ne sono stati aggiunti altri a partire dell’entrata in vigore della legge approvata l’anno scorso. Grazie a uno studio recente condotto dall’agenzia regionale di Sanità della Toscana, si è scoperto un dato che desta preoccupazione: sui circa 16mila reclusi delle carceri di Toscana Veneto, Lazio, Liguria, Umbria, ben oltre il 40% è risultato affetto da almeno una patologia psichiatrica. Questi detenuti costituiscono una miscela esplosiva in un contesto di detenzione degradante. Esiste un forte disagio perché si realizza una tortura ambientale: il carcere continua ad essere la frontiera ultima della disperazione e dei drammi umani.
La senatrice Maria Mussini, vicepresidente del Gruppo Misto e membro della commissione giustizia del Senato, ha presentato due emendamenti proprio per affrontare il problema e al Il
Dubbio spiega la finalità dei provvedimenti: «Dopo quasi cinque anni dall’entrata in vigore della Legge 17 febbraio 2012, n. 9, che ha sancito la chiusura formale degli Opg e la loro sostituzione con le Rems, il percorso attuativo non può dirsi ancora compiuto e appare decisamente più complesso di quanto molti prevedevano e auspicavano. La riforma Marino nasce dal principio, più che legittimo, di considerare gli infermi di mente colpevoli di reato come malati da curare e non come detenuti, oltre che dalla presa di coscienza delle condizioni, gravemente lesive dei diritti della persona, in cui sono stati costretti fino a qualche tempo fa gli internati».
La senatrice Mussini manifesta, inoltre, perplessità rispetto ad alcuni aspetti che rimangono senza soluzione: «Quello che la riforma non aveva previsto è che, a fronte di un’ampia platea di malati psichiatrici, differenziata sia dal punto di vista medico che da quello giuridico, non solo il numero dei posti nelle Rems si è ben presto rivelato del tutto insufficiente, ma che, parallelamente, le articolazioni sanitarie carcerarie alle quali sono destinati i malati che non hanno titolo per accedere al sistema degli istituti di cura del nuovo corso, laddove esistenti, non possono considerarsi adeguate a garantire le cure necessarie. Stante la ratio della legge, intervenuta senza prevedere alcuna gradualità e in assenza di modifiche del sistema sanzionatorio penale, è evidente che il percorso attuativo non può in nessun caso sacrificare il diritto alla cura dei malati».
Per questi motivi la senatrice Mussino spiega che «ha ritenuto di dover presentare un emendamento che chiedeva di destinare alle Rems, in via prioritaria, le persone a cui è stata accertata l’infermità al momento della commissione del fatto e già prosciolte, e di estendere l’accesso ad altre “categorie giuridiche psichiatriche”, laddove, e sottolineo “laddove”, le sezioni degli istituti penitenziari non siano in grado di garantire loro i trattamenti terapeutici necessari». Parallelamente, proprio per sottolineare lo spirito delle modifiche proposte, la senatrice ha presentato un ulteriore emendamento in cui si chiede «un impegno al potenziamento della cura della salute mentale in tutti gli istituti penitenziari» . Intanto la senatrice Maria Mussini ha organizzato per lunedì 19 dicembre presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani del Senato, a partire dalle ore 15, il convegno ' Dagli Opg alle Rems. Il trattamento del malato psichiatrico autore di reato e la complessa attuazione della Legge 17 febbraio 2012 n. 9'. Fra i relatori, insieme alla senatrice Mussini, ci saranno Stefano Ferracuti, professore associato di psicologia clinica a La Sapienza, Giuseppina Guglielmi, giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Roma, Marcello Bortolato, magistrato presso il tribunale di sorveglianza di Padova, Riccardo Polidoro, responsabile Carcere Ucpi, Mauro Palma, garante nazionale dei diritti dei detenuti. Porteranno i loro saluti il presidente del Gruppo Misto al Senato, Loredana De Petris, e il consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Roma, Aldo Minghelli. Nel corso del convegno ci saranno anche contributi di rappresentanti degli Istituti penitenziari, delle strutture sanitarie locali e delle Rems.