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Da Nicola Gratteri l'anatema: "La presunzione d'innocenza aiuta la mafia"
Non ci sarà il nome di Nicola Gratteri nel lungo elenco degli aspiranti nuovi consiglieri del Csm. Un no che era ormai dato per certo da tempo negli ambienti dell’attuale Consiglio, nonostante le speranze di alcuni degli esponenti più antisistema di Palazzo dei Marescialli, che contavano sulla presenza del procuratore di Catanzaro proprio per sbaragliare le regole del correntismo. L’idea di fondo degli uscenti è, infatti, che la nuova legge elettorale, contenuta nella riforma dell’ordinamento giudiziario, non faccia altro che peggiorare le degenerazioni dei gruppi che hanno portato ai recenti scandali della magistratura. E proprio per tale motivo profili come quello di Gratteri - estremamente critico sulla riforma, così come molti altri suoi colleghi - avrebbe assicurato la presenza di una scheggia impazzita, incapace di rispondere ai diktat di una corrente. Il suo nome era stato associato alla corrente Autonomia & Indipendenza, fondata a suo tempo da Sebastiano Ardita e Piercamillo Davigo, la cui piattaforma programmatica per le elezioni di settembre prevede, tra le altre cose, il rifiuto del collateralismo politico, il contrasto all’ipotesi di separazione delle carriere, opposizione ad ogni forma di degenerazione correntizia, riduzione della discrezionalità nelle nomine di direttivi e semidirettivi, rifiuto di modelli gerarchizzanti e produttivistici del sistema giudiziario e normazione delle funzioni ruolo organico. A&I, proprio oggi, ha formalizzato le proprie candidature: per i giudici di merito Cesare Bomartini (Tribunale di Brescia) e Barbara De Munari (Tribunale di Padova) per il collegio 1, Pierluigi Picozzi (Tribunale di Roma) per il collegio 2, Carlo Coco (Presidente Sezione Lavoro Corte di Appello di Bologna) e Maura Stassano ( Presidente Sezione Lavoro Corte di Appello di Salerno) per il collegio 3, Roberto Oliveri del Castillo (Corte di Appello Bari) per il collegio 4. Per i requirenti c'è il nome di Antonio Patrono (Procuratore della Repubblica La Spezia) per il collegio 1, mentre per il secondo collegio e per quello di Cassazione la corrente «terrà in serie considerazione per il voto» i due «molto stimati» indipendenti Henry John Woodcock e Stanislao De Matteis, fanno sapere fonti di A&I. Le strade possibili per il futuro del procuratore calabrese sono ora poche. In ballo c’è la procura di Napoli, considerata la più difficile nel panorama giudiziario italiano, dove le chance, stando alle voci di Palazzo, sono però molto poche, proprio in virtù dei giochi correntizi che condizionano le nomine. Il posto è stato lasciato vuoto da Giovanni Melillo, nominato alla guida della Dna battendo proprio Gratteri. Il magistrato calabrese avrà tempo fino all’8 agosto per sciogliere le riserve in merito. Altra casella lasciata libera è quella della procura generale di Firenze, dopo la nomina di Marcello Viola al Palazzo di Giustizia di Milano.