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Il ponte Morandi
«Quella tragedia - come Lei dice nella Sua toccante lettera - da quattro anni "grida dolore"». Così la ministra della Giustizia Marta Cartabia in una lettera inviata a Egle Possetti, fondatrice del Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi, e a tutti i familiari delle 43 vittime, nel quarto anniversario dal crollo del ponte Morandi a Genova. Cartabia parla di un «dolore che è anzitutto di ognuno dei familiari delle 43 vittime del Ponte Morandi - a cui La prego di far pervenire tutta la mia immutata vicinanza - , ma che è un dolore anche di tutto il Paese e, per quel che può valere, mio personale. Accanto a voi, familiari delle vittime, non c’è solo la città di Genova, ma l’intera comunità di italiane e italiani. E c’è il Governo, rappresentato quest’anno dal ministro Enrico Giovannini». «In questi anni a Genova ogni 14 agosto ho respirato il vostro dolore e ho sentito crescere il vostro legittimo e bruciante bisogno di giustizia, non disgiunto dalla preoccupazione che il percorso processuale per l’accertamento dei fatti e delle responsabilità possa incepparsi. Oggi, il processo è iniziato, dopo un lavoro assai intenso portato avanti dalla Procura di Genova con “grandissimo e lodevole impegno”, come ho avuto occasione di sottolineare anche in Parlamento. Ed è un processo che si contraddistingue per la sua complessità, oltre che per le altre ragioni che mi avete indicato nella lettera - continua la ministra -. Il ministro della Giustizia può e deve assicurare ai giudici competenti tutto il supporto necessario, in ossequio al compito che la Costituzione gli affida per "l’organizzazione e il funzionamento dei servizi relativi alla giustizia". E così è stato da subito, dopo la tragedia del 14 agosto 2018: il ministero della Giustizia si è adoperato per garantire agli uffici giudiziari genovesi il personale necessario e l’assistenza tecnica e logistica, attraverso un interessamento attento e sollecito dei vertici del Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria, che sono in costante contatto con i colleghi genovesi». «Mentre vi scrivo, ho qui davanti a me un lungo appunto del suddetto Dipartimento, che mi illustra la situazione del Tribunale di Genova in generale e in particolare gli interventi che sono stati messi in atto per prestare la dovuta assistenza per la celebrazione del processo sul crollo del Ponte Morandi. 16 fitte pagine, che vi metto a disposizione, con l’elenco di tutti gli interventi attuati ed in itinere. I numeri delle parti coinvolte, la specificità del caso, l’altissima doverosa attenzione della comunità e della stampa - italiana e internazionale - oltre alle cautele nel tempo dell’emergenza pandemica, si riflettono inevitabilmente sull’organizzazione del processo - aggiunge Cartabia -. Il ministero però continuerà a farsi carico di ogni esigenza, accanto ai responsabili degli uffici giudiziari genovesi. Ho seguito con attenzione l’andamento della prima udienza dibattimentale, svoltasi in modo soddisfacente per ciò che riguarda il coordinamento tecnologico e digitale tra i diversi spazi coinvolti: più aule e una tensostruttura mobile che ha permesso di continuare a svolgere all’interno del Palazzo di Giustizia le udienze, evitando traslochi di fascicoli e conservando il valore simbolico del luogo. In questi quattro anni sono stati attivati anche uffici di prossimità, per evitare che le difficoltà di collegamento nella città - dopo il crollo del ponte- si traducessero anche in ostacoli pratici all’accesso alla giustizia». «È chiaro che per assicurare il migliore funzionamento del servizio giustizia, ciò che conta di più sono le persone: magistrati inquirenti e giudicanti, funzionari, cancellieri, operatori della giustizia ciascuno con la sua professionalità. In questi anni, in momenti diversi, tante persone sono arrivate a Genova con i distacchi temporanei di personale amministrativo e poi con le più recenti assunzioni. 237 in totale tra 2 funzionari, cancellieri esperti, operatori giudiziari e anche i giovani dell’Ufficio per il processo assunti (132). 79 inoltre sono i posti di funzionario giudiziario messi a disposizione per Genova, nel concorso Riparti per 2.242 posizioni di cui sono state da poco pubblicate le graduatorie. Decisiva, però, è la copertura dei ruoli dei magistrati: come sapete, l’assegnazione dei magistrati ai singoli distretti - di cui Genova lamenta la carenza - è in capo al Consiglio superiore della magistratura, ma auspico anche io - come il presidente del Tribunale, Enrico Ravera - che possano essere messi a punto i bandi necessari il prima possibile, prima del rinnovo dell’organo di autogoverno della magistratura». «Lei, cara Egle, e con Lei tutti i familiari delle vittime che attendete una doverosa parola di giustizia, siete perfettamente consapevoli di come il “vostro” non sia l’unico processo ad impegnare gli uffici genovesi. Ogni processo, quali che siano i numeri e l’eco mediatica, è un momento importante per quanti sono coinvolti. Per questo, apprezzo in modo particolare la vostra sensibilità e il vostro costruttivo interesse esteso anche ad aspetti dell’organizzazione della giustizia genovese che potrebbero non toccarvi direttamente. Mi è giunto forte e chiaro il messaggio di preoccupazione dei penalisti di Genova, per i tempi degli altri processi pendenti nel distretto. Le energie straordinarie dedicate al crollo del Ponte Morandi non possono infatti divenire motivo di rallentamento per gli altri processi. Al contrario: gli aiuti approntati per un processo che ha - ad ogni evidenza - caratteristiche “fuori dall’ordinario” valgono anche a consentire che la vita ordinaria del Tribunale e della Corte d Appello di Genova non si arresti e non ne risenta. Tutte le istituzioni - Ministero, Csm, Uffici giudiziari - insieme all’Avvocatura e a ogni singolo pubblico ministero e a ogni singolo giudice, tutti tendiamo alla stessa meta che è quello di rendere l’essenziale servizio giustizia il più possibile rispondente ai bisogni dei cittadini, garantendone sempre la qualità e la tempestività. Auspico pertanto che possano al più presto dissolversi i timori che hanno indotto le Camere penali genovesi a indire una astensione per il 12 settembre, data della nuova udienza del processo per il crollo del Ponte. Mi adopererò anche personalmente per promuovere un incontro prima di allora, con tutti i soggetti coinvolti, per cercare soluzioni soddisfacenti alle esigenze degli uffici giudiziari genovesi. Un abbraccio affettuosissimo a Lei, cara Egle e a ciascuno dei familiari delle vittime, i cui volti ricordo ad uno ad uno; i cui occhi, più di ogni parola, mi parlano di una inestinguibile sete di giustizia. Sappiate che quella sete è anche la mia».