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Ora il procuratore generale di Catanzaro, Otello Lupacchini, rischia davvero il trasferimento per le accuse rivolte al procuratore della Dda Nicola Gratteri. La prima Commissione del Csm, presieduta dal togato di A& I Sebastiano Ardita, ha deciso ieri, all’unanimità, di aprire una pratica di incompatibilità ambientale nei confronti del magistrato, che verrà ascoltato in audizione lunedì alle 15 a Palazzo dei Marescialli.
E il legale del pg ha chiesto una seduta sia pubblica, per evitare la diffusione «di notizie distorte» sulla vicenda. A chiedere la pratica a tutela del procuratore della Dda Nicola Gratteri erano stati i consiglieri di Area e Magistratura Indipendente, preoccupati per l’intervista rilasciata da Lupacchini a TgCom in merito ai 330 arresti dell’inchiesta “Rinascita- Scott”, oggi al vaglio del Riesame.
Un’intervista durante la quale il pg aveva lamentato il «mancato rispetto delle regole di coordinamento con altri uffici giudiziari», definendo «evanescenti» molte operazioni della Dda di Catanzaro. «I nomi degli arrestati - aveva dichiarato - e le ragioni degli arresti li abbiamo conosciuti soltanto a seguito della pubblicazione sulla stampa che evidentemente è molto più importante della procura generale contattare e informare».
Per il Csm avrebbe così delegittimato pubblicamente l’operato di Gratteri, macchiandone l’immagine con tutta una serie di comportamenti ritenuti inopportuni. La pratica a sua tutela era stata chiesta anche a seguito delle parole scritte su Facebook dalla deputata dem Enza Bruno Bossio che aveva accusato Gratteri di essere artefice di uno «show» con lo scopo di «colpire la possibilità di Oliverio ( Mario, governatore uscente della Calabria, ndr) di ricandidarsi».
Ma ora è anche il legale di Lupacchini, Ivano Iai, a chiedere l’apertura di una pratica a tutela del pg. «Il Procuratore generale andrà con molta serenità lunedì a sottoporsi alle domande della Prima commissione del Csm, alla quale ha domandato che l'audizione si svolga in forma pubblica - ha affermato Iai - al fine di consentire una corretta informazione pubblica e tenuto conto del concreto pericolo di diffusione mediatica di notizie distorte, con grave pregiudizio per il magistrato interessato».