PHOTO
carcere Tolmezzo
Inizialmente erano pochi i detenuti del carcere di Tolmezzo che presentavano sintomi come febbre, raffreddore, malessere generale. Ma nel pieno della seconda ondata solo dopo giorni sarebbero stati sottoposti a tamponi, poi risultati positivi al Covid. Ma oramai il danno è fatto: il focolaio è divampato fino a contagiare 116 detenuti (tra AS e 41 bis, tra i quali un internato) su 203, ma con altri 31 casi sospetti. I restanti detenuti negativi continuerebbero a dividere la cella con altri soggetti positivi e pertanto vi è il rischio che anche questi si positivizzino a breve o si siano già contagiati. A ciò si aggiunge il fatto che anche l’uso delle docce è comune e quindi è inevitabile pensare che tutto ciò ha contribuito alla diffusione del Covid. Tutto qui? No. I detenuti di Tolmezzo non sono tutti asintomatici: la denuncia dell'avvocata Peresson A differenza di quanto emerge dai dati messi a disposizione dal Dap, non sono tutti asintomatici (e che comunque non è riassicurante) i reclusi in AS e al 41 bis del carcere di Tolmezzo visto che diversi avvocati hanno potuto constatare che i loro assistititi sono stati ricoverati con polmoniti bilaterali da Covid. E la terapia? Anche in quel caso l’area sanitaria avrebbe applicato un singolare protocollo con la somministrazione – senza alcuna distinzione tra detenuti – di farmaci come l’antibiotico e l’eparina. Dopo 4- 5 giorni l’hanno sospesa.Tutto questo, e non solo, si apprende dalla pec urgente che l’avvocata Sara Peresson ha inviato al ministero della Giustizia, della Salute, al Dap e al Garante nazionale delle persone private della libertà. La legale ha scritto in qualità di difensore di fiducia di plurimi ristretti in AS e in regime di 41 bis della casa circondariale di Tolmezzo. «La mancanza di protocolli, del rispetto delle regole minime di base, il sovraffollamento (più volte denunciato dalla scrivente e dai propri assistiti) nonché l’impreparazione, hanno necessariamente comportato l’effetto di cui oggi siamo testimoni», questo è l’atto di accusa che si legge nella missiva indirizzata alle autorità competenti. Tamponi effettuati in ritardo Ma la questione che Peresson definisce “scandalosa” riguarda la gestione medica all’interno della struttura di Tolmezzo. Il riferimento è al ritardo nell’effettuare i tamponi nei confronti dei detenuti che presentavano sintomi quali febbre, tosse, raffreddore, mal di testa, sensazione di ossa rotte. Avrebbero dovuto fargli immediatamente un semplice tampone molecolare, ponendoli magari preventivamente in isolamento. «Ciò è avvenuto solo a distanza di giorni e giorni: tempo di perseverare nel contagio!», denuncia l’avvocata Peresson.Il primo tampone ai 41 bis viene effettuato il 13 novembre e solo a uno dei reclusi che manifestavano sintomi. «Sono gli altri ospiti della struttura che si impuntano e insistono per potersi sottoporre alla medesima prova consapevoli che tutti manifestavano già i medesimi sintomi dal sabato/domenica precedente e ai quali i medici avevano detto per tutta la settimana di non preoccuparsi perché si trattava della solita influenza di stagione», scrive sempre l’avvocata, aggiungendo che «tale comportamento non ha solo messo a repentaglio i detenuti, ma anche il personale e gli operatori penitenziari, gli insegnati, gli avvocati e tutti gli utenti che per ragioni di lavoro accedono al carcere nonché tutte le famiglie di queste persone che ignare del pericolo tornavano a casa dai proprio cari». I rischi di contagio anche per gli avvocati difensori La Peresson stessa ha rischiato a sua volta di contagiare altri soggetti in quanto ha trascorso tre giorni (da martedì 10 a giovedì 12 novembre) tra udienze, interrogatori e colloqui con 5 detenuti positivi che presentavano tutti i sintomi quando li ha incontrati e ai quali ha esplicitamente chiesto, anche a sua tutela, se erano sicuri che fosse una semplice influenza. Loro le hanno rassicurato che così gli era stato detto dall’Area Sanitaria. «Oggi – denuncia Peresson-, ci troviamo dei detenuti che sono stati addirittura ricoverati con polmoniti bilaterali da Covid-19 trascurate (alla faccia degli asintomatici!) che dimostra come la situazione da parte dell’area medica sia stata minimizzata e gestita in modo scandaloso». L’avvocata sottolinea il fatto che «questa è la stessa area medica che oggi sostiene che tutti i detenuti contagiati sono asintomatici».A ciò si aggiungerebbe la somministrazione dell’eparina, antibiotico e cortisone fatta a tutti i detenuti, senza previa valutazione fatta caso per caso, e poi interrotta dopo quattro giorni. «Ad oggi, di fatto, nessuno viene sottoposto a terapia farmacologica – si legge sempre nella missiva - e non si comprende se per mancanza di medicinali o per errore nel protocollo usato». Per l’avvocata Peresson questo dimostrerebbe l’ennesima impreparazione dei soggetti preposti ad affrontare tale emergenza. «Il primo ed il più grave ricovero di un mio assistito dovuto a Covid – denuncia l’avvocata - è stata frutto della richiesta di assistenza e aiuto effettuata dall’intera Sezione». I detenuti stessi hanno dovuto adoperarsi con urla e battitura imperterrita. «Solo così finalmente i medici sono accorsi e il paziente è stato portato in ospedale, non per semplice controllo ma per ricovero immediato in struttura per polmonite bilaterale da Covid trascurata», sottolinea Peresson. Sul sito del ministero disponibili i dati dei positivi nelle carceri Di fatto, il carcere di Tolmezzo si è trasformato in un vero e proprio ospedale Covid e dovrebbe essere gestito come tale. Ma è chiaro che l’assistenza sanitaria, nelle carceri, è di difficile attuazione. «Vi sono soggetti anziani che necessitano, al fine di non ritrovarsi costretti al ricovero, di terapia specifica che non viene somministrata e non può essere nemmeno mandata dai familiari e tantomeno può essere autorizzato un medico esterno di fiducia ad accedere in tempi rapidi e in sicurezza», mette drammaticamente in luce la Peresson. Intanto da ieri sono disponibili sul sito del ministero della Giustizia i dati del contagio, dai quali si evince che i detenuti positivi sono 809, divisi tra asintomatici (766), sintomatici (e ricoverati (16). La stessa distinzione non si fa sia per gli agenti (939), sia per il personale amministrativo (73).