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Il sovraffollamento aggrava la situazione del Covid in carcere. Impossibile il distanziamento per evitare contagi ed è sempre più difficile isolare i detenuti positivi. Concetto ribadito più volte da Il Dubbio. Una criticità che in queste ore sta toccando con mano il carcere La Dozza di Bologna. Tra gli istituti penitenziari dell’Emilia Romagna, quello di bolognese è al primo posto con 746 detenuti su una capienza disponibile di 500 posti. A tal proposito interviene la Camera Penale di Bologna “Franco Bricola”, unitamente al proprio Osservatorio Carcere, esprimendo grande preoccupazione per la situazione di allarmante sovraffollamento della popolazione detenuta all'interno della Casa Circondariale bolognese in questo periodo di Covid in carcere.«Lo stato di emergenza legato alla pandemia, ancora in atto – si legge nel comunicato dei penalisti, imporrebbe l'adozione di misure deflattive, finalizzate a ridurre il rischio di contagio all'interno del carcere, che rappresenta, per ovvie ragioni, una realtà in cui è complicato mantenere adeguati parametri di distanziamento». Un uso corretto delle misure sostitutive al carcere La Camera penale di Bologna osserva: «Se è vero che l'emergenza sanitaria costituisce solo la punta dell'iceberg del problema di grave sovraffollamento, che caratterizza ormai da troppo tempo l'Istituto di pena bolognese, è altrettanto evidente che si deve porre rimedio a tale gravissima situazione anche attraverso un uso corretto delle misure sostitutive al carcere, sia nella fase della cognizione che dell'esecuzione della pena». I penalisti denunciano che sono ancora troppi i detenuti in attesa di giudizio, per i quali l'applicazione della misura cautelare in carcere, prevista dal legislatore quale extrema ratio, è spesso «inflitta in maniera spasmodica dal Giudice della Cognizione, talvolta anche in spregio delle eventuali condizioni soggettive che possono essere valorizzate per l'applicazione di una misura diversa dal carcere. Parimenti, le misure alternative alla detenzione meriterebbero una più ampia applicazione, in ottemperanza alla finalità rieducativa della pena prevista dall'art. 27 della Costituzione». Per questo motivo la Camera penale di Bologna sollecita una seria riflessione, che renda concreto ogni utile intervento per alleggerire la pressione sulle carceri. Ed in tal senso i penalisti si rivolgono ai Magistrati di Sorveglianza del distretto ed ai Giudici del circondario di Bologna, perché' possano dimostrare attenzione e sensibilità nell'adozione di provvedimenti di scarcerazione e di applicazione di misure sostitutive al carcere, anche nell'ottica della tutela del diritto alla salute sancito dall'art. 32 della Costituzione. La Camera Penale di Bologna “Franco Bricola” auspica, inoltre, che le competenti Autorità Sanitarie locali predispongano al più presto l'avvio della campagna vaccinale per i detenuti della Casa Circondariale di Bologna, già attivato in altri Istituti di pena del territorio nazionale.