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Da oggi fino al 3 aprile c’è il blocco dei colloqui dei familiari in carcere, tranne rare eccezioni. Apertura alle misure alternative, ma sempre come raccomandazione (sarà a discrezione della magistratura di sorveglianza) e non un ordine diretto e chiaro. Tenuto conto delle indicazioni fornite dal Ministero della salute, d'intesa con il coordinatore degli interventi per il superamento dell'emergenza coronavirus, le articolazioni territoriali del Servizio sanitario nazionale assicurano al Ministero della giustizia idoneo supporto per il contenimento della diffusione del contagio del Covid-19, anche mediante adeguati presidi idonei a garantire, secondo i protocolli sanitari elaborati dalla Direzione generale della prevenzione sanitaria del Ministero della salute, i nuovi ingressi negli istituti penitenziari e negli istituti penali per minorenni. I casi sintomatici dei nuovi ingressi sono posti in condizione di isolamento dagli altri detenuti, raccomandando di valutare la possibilità di misure alternative di detenzione domiciliare. I colloqui visivi si svolgono in modalità telefonica o video, anche in deroga alla durata attualmente prevista dalle disposizioni vigenti. In casi eccezionali può essere autorizzato il colloquio personale, a condizione che si garantisca in modo assoluto una distanza pari a due metri. Si raccomanda di limitare i permessi e la libertà vigilata o di modificare i relativi regimi in modo da evitare l'uscita e il rientro dalle carceri, valutando la possibilità di misure alternative di detenzione domiciliare. Intanto, ieri, alla notizia della sospensione dei colloqui, ieri nel carcere di Salerno-Fuorni era scoppiata una rivolta inscenata da un centinaio di detenuti. La rivolta monta in pochi attimi, favorita anche dalla opportunità che hanno i detenuti di muoversi con parziale libertà durante le attività pomeridiane I detenuti si sono armati spranghe di ferro ricavate dalle brande con le quali hanno distrutto tutto quello che c’era da distruggere. Dopo avere divelto le inferriate dei finestroni sono riusciti a salire sui tetti. La rivolta è durata circa due ore. Gli agenti della polizia penitenziaria, guidati dal comandante Gianluigi Lancellotta, sono riusciti a domare la rivolta. Sul posto anche il questore di Salerno, il comandante provinciale dei carabinieri e il garante regionale per i diritti dei detenuti, Samuele Ciambriello che ha dichiarato: «Molta approssimazione, poca preventiva informazione rischiano di portare a proteste, anche non pacifiche dei detenuti, a ledere diritti in favore del diritto alla salute sia dei detenuti che della polizia penitenziaria e di tutti coloro che entrano nel carcere. A Salerno ho espresso solidarietà alla direttrice del carcere Rita Romano, contusa in una fase convulsa della trattativa. Sarebbe opportuno mettere agli arresti domiciliari chi deve scontare due anni di pena, mandare a casa i semiliberi ed incrementare gli affidamenti in prova ai servizi sociali. Poi se Mattarella pensasse all’indulto non sarebbe male».