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Dopo la decisione della Procura di Roma di revocare al Noe il mandato investigativo per l’inchiesta Consip, arriva l'inevitabile apertura di un fascicolo, per il momento contro ignoti, per indagare sulle continue fughe di notizie. È un passo che rischia di segnare non solo il percorso di questa indagine ma più in generale il rapporto tra attività inquirente e informazione. La revoca avviene, come spiega la Procura guidata da Giuseppe Pignatone, per una «esigenza di chiarezza». La violazione del segreto istruttorio riguarda anche la pubblicazione di atti di indagine che erano stati omissati nei provvedimenti emessi dall’autorità giudiziaria. A eseguire gli ordini dei magistrati romani sarà d’ora in poi il Nucleo investigativo dei carabinieri di Roma. Il tutto mentre domani sarà interrogato il principale indagato, l’imprenditore napoletano Alfredo Romeo dal gip di Roma Gaspare Sturzo e dal pm Mario Palazzi. Come hanno fatto sapere i suoi avvocati Alfredo Sorge, Francesco Carotenuto e Giovan Battista Vignola «Sta organizzando e valutando la linea difensiva alla luce degli atti e sotto tutti gli aspetti. Ha una grande forza fisica e morale». Lo stesso Romeo ha affidato ai propri legali una dichiarazione: «In questa vicenda non c’è nulla di vero, mi sento vittima di una strumentalizzazione legata ad una aspra contesa, tutta di natura politica». La procura di Roma e quella di Napoli hanno smentito qualsiasi contrasto in relazione all’indagine su Consip, come hanno riportato alcuni giornali. Lo rivelano alcune fonti giudiziarie della procura capitolina e anche gli ambienti della procura di Napoli fanno sapere che «si continua a procedere in pieno accordo e in coordinamento» con la procura di Roma.