Parte in salita l’attività della Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario. L’approvazione questa settimana del regolamento che prevede la gratuità delle collaborazioni ha scatenato la furia dei professionisti. «Questo regolamento - afferma il presidente nazionale dell’Associazione Italiana giovani avvocati( Aiga), Antonio De Angelis - è in palese contrasto con le norme in materia di equo compenso che il Parlamento ha approvato due anni fa e che tutti i parlamentari affermano di voler salvaguardare». «Prevedere che i collaboratori prestino la propria attività a titolo gratuito costituisce un grave precedente. Il legislatore, contraddicendo se stesso, ha ammesso la possibilità di consulenze gratuite per un organo costituzionale. Il rischio è che tutte le prestazioni professionali saranno meno tutelate». Il commento del vicepresidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Giorgio Lucchetta. «C’è il forte dubbio – afferma il vice presidente del Sindacato italiano commercialisti, Marco Marinelli – che, a fronte di tale disposizione, vi sia la scelta politica di escludere il mondo professionale, indipendente e tecnicamente preparato, dalla Commissione d’inchiesta, con conseguenze facilmente immaginabili».

«La Commissione è un ente costituzionale e non di certo un’impresa, nè tantomeno una pubblica amministrazione: la norma sull’equo compenso non c’entra assolutamente niente con le collaborazioni in questione», le parole invece della presidente della Commissione, la pentastellata Carla Ruocco. «Queste collaborazioni prosegue Ruocco - non sono incarichi professionali con stipula di un rapporto contrattuale. Si tratta di collaborazioni, su base volontaria da parte della persona alla quale si richiede la collaborazione, con un organo costituzionale che non svolge attività di carattere amministrativo, ma attività di inchiesta su materie di pubblico interesse». «La giudico una protesta lunare e senza senso. Il budget della Commissione è ridotto all’osso. Io, per primo, sono sensibile al tema dell’equo compenso ma è del tutto irragionevole paragonare la situazione di un giovane professionista costretto, per necessità, ad accettare compensi umilianti, e che va tutelato, con quella di un professionista di alto livello, al quale viene richiesta una consulenza da un organo parlamentare», la replica dell'onorevole Pierantonio Zanettin ( FI), componente della Commissione. «La Commissione - aggiunge Zanettin - potrà avvalersi di magistrati e professori universitari, che hanno già uno stipendio».