Il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale ha reso pubblico un rapporto dettagliato sulla visita effettuata l’ 11 maggio scorso presso il Centro di Permanenza per i Rimpatri (CPR) di Caltanissetta, evidenziando una situazione preoccupante di stallo nelle condizioni della struttura. La delegazione del Garante, composta da Mario Serio e Massimiliano Bagaglini, ha rilevato con particolare preoccupazione che, nonostante gli interventi di ristrutturazione del 2020, non si siano registrati miglioramenti significativi nelle condizioni materiali della struttura rispetto all’ultima visita effettuata il 24 novembre 2019 sotto la presidenza di Mauro Palma. Gli interventi del 2020, infatti, si sono limitati principalmente alla costruzione di alti muri perimetrali in cemento armato, che hanno diviso i tre padiglioni precedentemente collegati, riproducendo di fatto un modello logistico tipico delle strutture carcerarie.

I lavori hanno incluso anche il rinforzo della recinzione perimetrale esterna per prevenire le fughe, ma le condizioni interne sono rimaste sostanzialmente invariate. I padiglioni A, B e C hanno ricevuto solo interventi superficiali di pulizia e pittura, mantenendo una struttura interna priva di suppellettili e caratterizzata da murature grigie. La situazione è particolarmente critica nel padiglione A, dove i muri risultano scrostati e i bagni sono in condizioni di grave deterioramento, necessitando di urgenti interventi di riparazione e pulizia. Un elemento particolarmente degradante evidenziato nel rapporto è l’assenza totale di porte, sia nelle stanze da sei posti letto - costituiti da semplici blocchi di cemento con materassi in gommapiuma - sia nei servizi igienici. Le porte sono sostituite inadeguatamente da coperte di lana, compromettendo gravemente la privacy degli ospiti, molti dei quali hanno espresso il proprio disagio durante i colloqui con la delegazione. Il rapporto sottolinea come le persone trattenute sembrino più «accampate che ospitate», con oggetti personali sparsi per mancanza di spazi e vani adeguati dove riporli.

Nonostante sia consentito trascorrere gran parte della giornata nel cortile antistante, le principali lamentele riguardano proprio le condizioni strutturali generali, l’assenza di attività ricreative e la scarsità di risorse per comunicare con i familiari. Al momento della visita, il Centro ospitava 52 persone su una capienza massima di 74 posti, con una popolazione prevalentemente costituita da persone sbarcate a Lampedusa, in maggioranza di nazionalità tunisina. Il tempo medio di permanenza nel 2023 è stato di 14 giorni, significativamente inferiore alla media nazionale di 36 giorni. Il Garante nazionale ha emesso diverse raccomandazioni, tra cui la necessità di dotare urgentemente i bagni e le docce di porte che garantiscano la privacy, il rafforzamento delle attività ricreative attraverso il coinvolgimento delle organizzazioni della società civile del territorio e l’implementazione di un sistema più efficace di comunicazione con l’esterno. Le osservazioni del Garante si focalizzano anche sul discorso sanitario. Particolare attenzione è stata posta sulle procedure di ingresso nel centro.

Le certificazioni di idoneità, rilasciate dai medici dell’ASL, sono state oggetto di critiche da parte del Garante, che le ha definite come semplici “nulla osta” privi di un’adeguata valutazione qualitativa. L’autorità ha sottolineato la necessità di una valutazione più approfondita che consideri non solo le malattie infettive, ma anche i disturbi psichiatrici e le patologie croniche. L’organizzazione dell’assistenza sanitaria nel centro prevede una presenza infermieristica continuativa sulle 24 ore e un servizio medico modulato in base al numero di ospiti: tre ore giornaliere per una popolazione fino a 51 persone, otto ore per numeri superiori. Il supporto psicologico è garantito da due professionisti per 16 ore settimanali complessive. I dati relativi al periodo 12 aprile - 11 maggio 2024 mostrano un’intensa attività ambulatoriale interna, con 105 visite di primo ingresso e quasi 2.000 accessi per consultazioni mediche. Le prestazioni specialistiche esterne, facilitate da un accesso preferenziale al Sistema Sanitario Nazionale, hanno incluso visite ortopediche, chirurgiche e accessi al pronto soccorso. Un elemento di preoccupazione emerso dall’ispezione riguarda l’approccio alla salute mentale.

Il Garante ha espresso perplessità sull’utilizzo della telemedicina per le consulenze psichiatriche, ritenendola una modalità non ottimale per persone private della libertà. Inoltre, l’assenza di visite psichiatriche nel periodo monitorato ha sollevato interrogativi sulla gestione di una popolazione che presenta significative problematiche in questo ambito. Il Garante, nel contempo, riconosce un approccio positivo nella gestione farmacologica: lo staff medico ha sviluppato un protocollo che privilegia l’uso di integratori naturali rispetto agli ansiolitici tradizionali, con l’obiettivo di prevenire fenomeni di dipendenza. Una scelta particolarmente rilevante considerando la presenza di ospiti con storie di tossicodipendenza. Il Garante ha anche evidenziato criticità nella gestione dei fascicoli sanitari dei trattenuti provenienti dal sistema carcerario, sottolineando la necessità di migliorare il flusso documentale tra le strutture.

Nel rapporto viene evidenziato un interessante aspetto positivo: il protocollo siglato nell’agosto 2022 tra la Prefettura di Caltanissetta e la Cooperativa Antitratta “Cooperativa Sociale Proxima”, che ha già permesso di far emergere un caso di sfruttamento lavorativo nella zona di Ragusa, portando alla liberazione della persona coinvolta e all’ottenimento di un permesso speciale per motivi di giustizia. Il rapporto conclude sottolineando che ogni visita rappresenta un elemento di collaborazione con le istituzioni e richiede risposte concrete alle raccomandazioni formulate, come previsto dall’articolo 22 del Protocollo opzionale alla Convenzione ONU contro la tortura (OPCAT).