«Si prega di inibire l’uso della stanza detentiva denominata “cella liscia” posta al reparto isolamento». Così il capo del Dap Santi Consolo scrive nella lettera indirizzata alla direttrice del carcere di Ivrea. Ma non solo. Ordina anche la chiusura della sala d’attesa per le visite mediche che veniva utilizzata come una seconda “cella liscia”. Infatti ha disposto di «interdire l’utilizzo della sala d’attesa per le visite mediche fino al ripristino delle necessarie dotazioni, e di assicurare, terminati gli interventi di adeguamento, che il suo uso sia real- limitato a brevissimi archi temporali e per le sole esigenze per le quali è stata prevista».
Il provvedimento del Dap dà atto dell’esattezza del rapporto sul carcere di Ivrea del Garante nazionale dei detenuti, dopo le denunce, anticipate da Il Dubbio, degli episodi di violenza. Nella notte tra il 25 e il 26 ottobre 2016, infatti, almeno un paio di detenuti avrebbero subito delle violenze, denunciate da un altro compagno di cella con una lettera indirizzata a Infoaut e sulle quali sta indagando anche la procura di Ivrea. Questi episodi sono stati riscontrati non solo dalla delegazione del Garante nazionale, ma anche dalla visita ispettiva da parte del provveditorato regionale effettuata il 16 dicembre scorso. Sempre Santi Consolo, con riferimento del rapporto del provveditorato, scrive che «ferma restando la necessità di attendere gli esiti dell’indagine giudiziaria, la ricostruzione operata dall’ispezione non sembra escludere che per taluni detenuti coin- volti nei disordini – alcuni dei quali erano visibilmente atroci – possa esservi stato un eccesso nell’intervento del personale di polizia penitenziaria volto a contenere le resistenze durante il tragitto di accompagnamento degli stessi dalla sezione del quarto piano, ove erano collocati, al piano terra».
Intanto, per ordine del Dap, le due stanze utilizzate come celle di isolamento vengono chiuse. Nel frattempo la direzione del carcere, nel caso della cella liscia chiamata dai detenuti “l’acquario”, ha assicurato di provvedere al rifacimento del bagno, eliminando la cosiddetta turca, al risanamento della finestra volta ad areare il locale, nonché alla tinmente teggiatura della stanza liscia e all’inserimento dei suppellettili. Quanto alla sala d’attesa dell’infermeria utilizzata come seconda “celle liscia”, la direzione del carcere ha promesso che farà riaprire il finestrotto per far circolare l’aria e ripristinerà il termosifone. Tale stanza – come ha stabilito il Dap -, una volta ristrutturata, verrà utilizzata per tempi assolutamente brevi e strettamente funzionali alle esigenze per le quali è stata prevista. Santi Consolo evidenza nella lettera indirizzata al ministero della Giustizia che «sarà cura del provveditorato regionale – che già nel mese di luglio 2016 aveva sensibilizzato le direzioni del suo distretto di competenza ad assicurare che la sanzione dell’isolamento avvenga in luoghi idonei, decorosi e non, come tavolta accade, privati di ogni minima suppellettile, fatto che pone o rischia di aggravare uno stato di reattività o peggio depressivo - programmare, con i fondi del 2017, la ristrutturazione dei locali segnalati».