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Sono la moglie di un detenuto scrivo a voi con la speranza che mi pubblichiate. Si parla molto di carceri, ma la cosa brutta è che se ne parla soltanto, senza che si faccia niente di concreto.
Io ho una famiglia, abbiamo due bambini: mio marito sta scontando un definitivo di molti anni fa. Ha commesso un errore che ha portato diverse conseguenze ed oggi sta pagando: lui non vuole discolparsi dagli errori fatti, però potrebbe “pagare” la sua pena in modo diverso, magari stando in detenzione domiciliare, potendo provvedere alla sua famiglia. Io non credo che questo modo di eseguire una pena possa far reinserire nella società una persona che ha commesso un errore e che vuole cambiare: succede il contrario, il carcere non fa altro che far sentire un detenuto svuotato dentro e inutile, soprattutto se è un padre di famiglia.
E allora io mi chiedo perché non concedere più pene alternative, nel caso di persone che si sono trovate a commettere un errore nella loro vita per debolezza, per sbaglio, per troppa giovinezza, o per qualsiasi motivazione, ma che vogliono recuperare.
Perché non si può pensare di dare davvero la possibilità di aiutare chi ha commesso un errore con delle pene alternative: ci sarebbero tanti modi, in cui si possono scontare i propri errori, senza privare un detenuto della sua famiglia e del suo diritto di provvedere a questa famiglia; anzi, è proprio la famiglia l'unica che può aiutare veramente chi ha commesso un errore, e soprattutto quando si e padri o madri, quando si sentire di essere utili anziché inutilizzabili e vuoti come dentro un carcere. Io penso proprio che questo modo di essere tenuti in carcere, senza essere utili a nessuno, non sia un modo giusto per far comprendere che è stato commesso un reato.
Quello che voglio dire è che una pena dovrebbe sì aiutare a capire che chi sbaglia paga, ma anche come si può rimediare e “rimettersi in carreggiata” di nuovo, e questo soprattutto quando il reato non è stato commesso come fosse una scelta di vita, ma più per un cedimento.
Mio marito voleva essere carabiniere: ora invece si trova dalla parte opposta e l'unico suo desiderio oggi è quello di vivere con la sua famiglia e avere un lavoro.
Allora chiedo, aiutateli a dare più pene alternative: non serve il carcere per far riflettere, ma stare vicino alle proprie famiglie, perché solo le famiglie possono aiutare chi ha sbagliato. E chiedo, non fateli sentire inutilizzabili: non è giusto per la dignità di un uomo, soprattutto se padre di famiglia, impedirgli di fare qualcosa per i suoi figli. E ovviamente quando parlo di dare opportunità mi riferisco a chi è punito per reati comuni, non voglio parlare di quelli gravi perché su questi non ho nulla da commentare.
Ho scritto questo perché spero con tutto il mio cuore che qualcuno faccia davvero qualcosa per poter cambiare questa disastrosa situazione del carcere e che si voglia ridare la dignità e la possibilità di un reinserimento logico e non distruttivo a chi la chiede.
Vi prego pubblicate questo messaggio. Non dimenticate la brutta situazione nelle carceri. Vi chiedo, fate qualcosa perché la sofferenza è enorme, sia per i detenuti che per i familiari. Fate qualcosa. E grazie della vostra attenzione.
Maria Gabriella Indelicato