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«Penso che, nel quadro delle istituzioni, le procure siano diventate un quarto potere, accanto a legislativo, esecutivo e giudiziario». Sabino Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale, usa parole molto severe per commentare lo scandalo che sta investendo la magistratura, nel corso dell’iniziativa "La riforma radicale della giustizia" in corso da ieri su Radio Radicale. «Come si esercita questo potere? Si esercita fondamentalmente al di fuori del processo con un procedura che gli americani chiamano "naming-shaming", cioè segnalare il nome di una persona ed additarla al pubblico ludibrio, consumando questa specie di potere accusatorio e nello stesso tempo di decisione, mediante un rapporto diretto con l’opinione pubblica e anche grazie ai temi che l’accusa utilizza», aggiunge Cassese. Non solo, «se l’accusa fosse seguita da una decisione entro 3/4 mesi vi sarebbe un risultato, ma questo non accade. Praticamente vi sono delle persone che sono condannate mediante questo processo senza contraddittorio ed un vero e proprio giudizio», conclude il professore.