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Fondazione Open Renzi
Tensione alle stelle oggi al tribunale di Firenze in occasione dell'udienza preliminare per l'indagine sulla Fondazione Open che vede fra gli imputati, con l'accusa di finanziamento illecito ai partiti, Matteo Renzi, Maria Elena Boschi e Luca Lotti. L'aggiunto Luca Turco, attuale facente funzione della Procura, dopo aver preso la parola si è girato verso Renzi con l'iPad in mano mostrandogli, con fare contrariato forse per essersi sentito chiamato in causa, l'intervista che l’ex premier aveva rilasciato alla Stampa e dove affermava che «un pm ha trattenuto una carta che non poteva trattenere e l'ha mandata in giro in Parlamento». «È inaccettabile, ci sono tanti magistrati scarsi li denuncio», aveva aggiunto Renzi nell'intervista senza però fare nomi. All'irrituale iniziativa di Turco, Renzi ha immediatamente replicato, alla presenza degli avvocati e degli addetti ai lavori. «E adesso che fa? Mi processa anche per le mie interviste? Le ribadisco che io non mi fido di lei». Frase alla quale Turco avrebbe risposto «e fa bene». «Io ho rispettato la legge - ha continuato Renzi -, lei non ha rispettato la sentenza della Corte di Cassazione». L’accesa discussione è durata quasi dieci minuti davanti agli avvocati e, ovviamente, al giudice. Terminato questo “fuori programma”, Turco ed il sostituto Antonio Nastasi hanno allora chiesto un rinvio di due mesi, accolto dal giudice che ha fissato la prossima udienza il 27 gennaio. «Insomma, prima ti indagano, ti processano sui giornali e poi quando si arriva al processo invece che andare a processo, chiedono il rinvio», sono state le parole di Renzi con i giornalisti all'uscita dall'aula. «Loro - ha aggiunto Renzi - hanno chiesto il rinvio motivandolo con l'attesa di poter leggere l'ordinanza della Consulta» che questa settimana ha ammesso il conflitto tra i pm fiorentini e il Senato sulle modalità di acquisizione di alcuni messaggi e mail scambiati fra il leader di Italia viva e gli imprenditori Vincenzo Manes e Marco Carrai. «La motivino come vogliono, sono quattro anni che fanno le indagini, potevano pure arrivare a fare il processo. Qui pazientemente si prendono altri due mesi. È stato chiesto se qualcuno fosse contrario e io ho detto che lo ero, però giustamente il giudice ha deciso di ascoltare il pm», ha puntualizzato con una sottile vena polemica Renzi, che ha anche colto l'occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe: «Da anni c'è un processo in corso che viene fatto sui giornali, quando si arriva in aula dura mezz'ora perchè devono rinviare. Di solito il rinvio lo chiedono gli imputati che hanno paura di essere giudicati, io sono qui che dico di andare avanti, invece il m ha chiesto il rinvio, e il giudice ha deciso di rinviare alla fine di gennaio». Che i rapporti fra Renzi e i pm fiorentini non siano “idilliaci” non è una novità. L'Associazione nazionale magistrati, proprio a tal proposito, con un comunicato l'altro giorno aveva sottolineato che «l’esercizio dell’inviolabile diritto di difesa dell’imputato, come pure del diritto di critica sugli atti e sui provvedimenti della magistratura, non dovrebbe mai travalicare in offesa alla stessa funzione giudiziaria, la cui immagine di imparzialità e terzietà va costantemente preservata, costituendo patrimonio indispensabile per la stessa vita democratica del Paese». Non è escluso che il Csm voglia a questo punto accelerare, prima del rinnovo del Consiglio, sulla nomina del nuovo procuratore di Firenze. In pole Ettore Squillace Greco, attuale numero uno della Procura di Livorno, esponente di spicco di Magistratura democratica.