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Cascini
«Oggi assistiamo ad uno spettacolo avvilente di relazioni di potere all’interno della magistratura. Sono anni che lanciamo un grido d’allarme». È quanto ha detto il magistrato e componente del Csm Giuseppe Cascini, alla trasmissione di Lucia Annunziata su Rai Tre, intervenendo sul "caso Palamara". «Ci dispiace di non essere riusciti a convincere gli altri. Questo scandalo getta un discredito sull’intera magistratura, è un problema che riguarda tutta la classe dirigente della magistratura. Tutta. Ho sempre detto che l’autogoverno rischiava di suicidarsi. Abbiamo tutti la responsabilità». «Su 9mila magistrati ci sono 1.200 dirigenti: è un esercito di generali ed eserciti così raramente vincono le guerre. Dobbiamo ridurre drasticamente il numero di dirigenti», ha spiegato, La pubblicazione delle intercettazioni relativa al caso Palamara, spiegato il magistrato, «risalgono a tre anni fa, non riguardano questo Csm e ci danno uno spettacolo avvilente delle relazioni di potere all'interno della magistratura. Noi da anni diciamo che serve un passo indietro delle correnti rispetto alla gestione del potere. C'è una pressione enorme di parte della magistratura per acquisire incarichi direttivi. Il programma di Area era proprio di eliminare il correntismo, prima che emergessero quei fatti e dispiace che non siamo riusciti a convincere tutti». «La crisi» della magistratura «può essere una opportunità. Possiamo fare un totale cambio di passo - ha aggiunto -. Il rischio di chiusura corporativa esiste. Occorre ridurre il potere ai dirigenti, ridurne il numero», osserva. Le frasi su Salvini «sono totalmente inammissibili. Mai un magistrato deve pensare che una cosa si faccia contro qualcuno. E anche se viene detto in una conversazione privata ci segnala una cultura che è lontana dalla mia», spiega Cascini riferendosi alle intercettazioni su Palamara e sui giudici che hanno chiesto di attaccare Salvini, nel mirino della magistratura nella vicenda "Gregoretti". «Un quotidiano ha dato un’immagine di me che non rappresenta la realtà - ha aggiunto -. Io penso che non debbano esserci ombre su una persona che copre cariche pubbliche. C’è stata una manipolazione del contenuto di alcuni messaggi. Io ho avuto una lunga collaborazione con Luca Palamara: si è creato un rapporto tra noi». «C’è il rischio di delegittimazione della magistratura. Stiamo cambiando» all’interno del Csm «le nostre regole interne, rendendo più stringenti i criteri di nomine. Le iniziative del ministro Bonafede» sulla riforma del Csm vanno in una giusta direzione, ha aggiunto. «Il collegio nazionale ha dato un potere enorme non solo alle correnti ma soprattutto ai centri di interessi, di potere che raccolgono il voto. Cambiare la legge elettorale» per la composizione del Csm «è fondamentale», ha spiegato. «Palamara è diventato il simbolo di una cosa più grande di lui».