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Cartabia
«Serve una formazione specializzata dei magistrati, sia pm sia giudici, chiamati a prendere decisioni difficili. Una formazione ad ampio spettro, giuridico ma che attinga anche ad altri ambiti, tra cui quello psicologico. Non si può essere solo operatori del diritto». Lo ha detto, riferendosi al contrasto alla violenza sulle donne, la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, intervenendo ieri sera a un convegno al Senato. «Una formazione e una specializzazione che facciano sviluppare una sensibilità che faccia cogliere dei segnali - ha sottolineato - quei segnali che possono fare la differenza tra la vita e la morte». «Barbarie non è un termine esagerato» per definire la violenza sulle donne e «la gravità dei fatti chiama le istituzioni a ripensare norme, strategie e strumenti più adeguati. Serve un approccio globale. Questo fenomeno non si combatte solo a colpi di legge, ma le leggi servono», ha detto. «Sono aumentati i procedimenti per violazione del divieto di avvicinamento alle vittime, sono stati 3.018 nell’ultimo anno, un trend in crescita ma questo non sta ancora producendo un effetto deterrente e le storie degli ultimi giorni lo confermano», ha detto. «Nella delega sul penale è stata introdotta una stretta con un emendamento che prevede arresto in flagranza per chi viola il divieto- ha ricordato - Serve un ulteriore affinamento per evitare che gli autori della violenza siano in circolazione, in quel tempo possono accadere fatti irreversibili». La ministra ha poi riferito altri dati «le richieste di rinvio a giudizio per divieto di avvicinamento superano le archiviazioni: da agosto 2020 a luglio 2021 sono state 1200 contro 588, questo dimostra che le violazioni diventano più facilmente un procedimento penale». «Anche oggi ci siamo riunite con le ministre Cartabia, Bonetti, Gelmini e Carfagna per mettere a punto un testo, per portare quanto prima il pacchetto di norme in Consiglio dei ministri, speriamo la prossima settimana», ha spiegato invece la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, riferendosi al pacchetto di misure per il contrasto alla violenza sulle donne - tra cui il braccialetto elettronico per l’uomo maltrattante - presentato ieri sera al convegno «Donne uccise dagli uomini: i numeri di una strage. Dove sbagliamo?» organizzato dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio in occasione della «Giornata internazionale sull’eliminazione della violenza sulle donne». «Ci sono ancora aggiustamenti da fare, ma speriamo di procedere in tempi brevi», ha spiegato, sottolineando il «grande impegno del Viminale contro un fenomeno odioso». «L’agenda globale non punta solo sulla protezione delle vittime ma sulla promozione della parità e l’empowerment», spiega Elena Bonetti, ministra delle Pari opportunità e della famiglia. Riguardo al piano antiviolenza 2021-2023, la ministra sottolinea: «ll piano operativo segue il piano strategico nazionale che ho portato in Consiglio dei ministri e che diventa, e questa è una novità, un impegno strutturale del governo, definendo strategie e obiettivi. Con il piano operativo, che verrà scritto adesso, seguiranno azioni puntuali per passare dalla visione strategica alle azioni concrete. La grande novità è che per la prima volta, anche su questo fronte, prevediamo scelte e risorse strutturali e stabili».