Sul fronte razionalizzazione della spesa pubblica, in merito al carcere, si risparmia sul personale penitenziario e sul servizio mensa. Nel contempo si apre un piccolo spiraglio: per attuare la giustizia riparativa, contemplata dalla riforma Cartabia, si prevede un incremento di 5 milioni di euro annui a decorrere dal 2023. Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria (di cui riportiamo dichiarazioni anche in altro servizio del giornale, ndr), sul risparmio dei fondi per il personale ricorda tra l’altro che «già mercoledì scorso avevamo lanciato l’allarme a causa dell’assenza di qualsiasi misura di supporto per le carceri». Stupore e sconcerto che arriva anche dalle altre sigle sindacali della Polizia penitenziaria. Nella bozza, in effetti, si legge che, a decorrere dall’anno 2023, il ministero della Giustizia, Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, assicura, mediante la riorganizzazione e l’efficientamento dei servizi degli istituti penitenziari presenti su tutto il territorio nazionale, in particolare con la ripianificazione dei posti di servizio e la razionalizzazione del personale, «il conseguimento di risparmi di spesa non inferiori a 9.577.000 euro per l’anno 2023, 15.400.237 euro per l’anno 2024 e 10.968.518 euro annui a decorrere dall’anno 2025».

Tagli a mense e personale penitenziario, sindacati sul piede di guerra

Non solo. A decorrere dall’anno 2023, il ministero della Giustizia, Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, assicura, l’efficientamento dei processi di lavoro nell’ambito delle attività per l’attuazione dei provvedimenti penali emessi dall’Autorità giudiziaria e la «razionalizzazione della gestione del servizio mensa per il personale, il conseguimento di risparmi di spesa non inferiori a 331.583 euro per l’anno 2023, 588.987 euro per l’anno 2024 e 688.987 euro annui a decorrere dall’anno 2025». E dalla denuncia del segretario generale della Uilpa emerge che con l’ultima bozza della Manovra, sotto forma di razionalizzazioni, si prevedono riduzioni al personale carcerario per quasi 11 milioni di euro (15.400.237 nel 2024), nonché tagli alle mense degli operatori del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità per circa 700mila euro.

Manovra, 5 milioni annui per la giustizia riparativa

Ma com’è detto, nel contempo, all’articolo 150 della bozza, si prevede il Fondo per il finanziamento di interventi in materia di giustizia riparativa di cui all’articolo 67, comma 1, del decreto legislativo 10 ottobre 2022. La norma dispone, appunto, un importo pari a 5 milioni annui a decorrere dal prossimo anno. La giustizia riparativa è la parte più innovativa della riforma Cartabia, considerato che definisce una cornice normativa per esperienze in realtà già praticate in tutto il mondo, anche in Italia (fino a ora di nicchia), per ogni tipo di reato. L’incremento è vitale per garantirne il funzionamento. Non a caso l’articolo 67 della riforma Cartabia dispone al comma 1 che nello stato di previsione del ministero della Giustizia è istituito un Fondo per il finanziamento di interventi in materia di giustizia riparativa, con una dotazione di euro 4.438.524 annui. I soldi servono. Ricordiamo che l’articolo 53 stabilisce che i programmi di giustizia riparativa si devono conformare ai principi europei e internazionali in materia e che vengano svolti da almeno due mediatori. Essi comprendono la mediazione tra la persona indicata come autore dell’offesa e la vittima del reato, anche estesa ai gruppi parentali o con la vittima di un reato diverso da quello per cui si procede; il dialogo riparativo; ogni altro programma dialogico guidato da mediatori, svolto nell’interesse della vittima del reato e della persona indicata come autore dell’offesa. Il comma 2 dell’articolo 63 prevede che per ciascun distretto di Corte d’Appello è istituita la Conferenza locale per la giustizia riparativa cui partecipano. Per quanto riguarda l’esecuzione penale esterna, invece, per ora non c’è nessuna voce di spesa nella bozza della legge di Bilancio.