Al Governo sanno bene che, con il decreto “carcere sicuro”, hanno fatto ben poco (praticamente nulla) per contrastare il problema del sovraffollamento e dei suicidi e cercano in tutti i modi di correre ai ripari con circolari che paventano rivolte o con vademecum che contiene panzane da propinare alla popolazione detenuta per tenerla buona.

Le prove di quanto affermato non stanno solo e tanto nella riunione del consiglio dei ministri tenutasi sull’emergenza carceri mentre alla Camere si convertiva con il voto di fiducia il decreto Nordio sulle carceri! E nemmeno nella richiesta di incontro rivolta al Presidente della Repubblica da parte del guardasigilli sull’emergenza sovraffollamento nelle carceri!

La Circolare del Provveditorato della Lombardia indirizzata a direttori e comandanti avente per oggetto “ordine e sicurezza negli istituti penitenziari – possibili manifestazioni di protesta” recita testualmente: “Attese le informazioni giunte di recente a questo Provveditorato circa possibili stati di tensione fra la popolazione ristretta connessi alle decisione politiche assunte in sede di conversione del decreto legge numero 92/2024, si invitano le SS. LL. a sollecitare tutto il personale rispetto alla necessità di operare con massimo scrupolo e zelo al fine di mantenere alto il livello di attenzione nello svolgimento delle attività di vigilanza ed osservazione degli Istituti Penitenziari.”

Credo sia la dimostrazione di quanto l’amministrazione sia consapevole della pochezza del decreto, tanto da collegarlo esplicitamente alle possibili conseguenti proteste della popolazione detenuta. Con il vademecum, invece, si passa alla vitale necessità di raccontare cose non vere ai detenuti per tenerli buoni durante le ferie della politica nell’estate più rovente di sempre, con un numero di suicidi, sessantacinque, mai raggiunti nella storia penitenziaria italiana.

Si usa, per esempio, l’avverbio “automaticamente” in relazione alla concessione della liberazione anticipata di 45 giorni ogni semestre, come se il magistrato di sorveglianza non dovesse, come invece è giustamente scritto nel decreto, “accertare la sussistenza dei presupposti per la concessione della liberazione anticipata”. Il rischio è quello di ingenerare false aspettative (contenute in altre parti del vademecum) che frustrano ancora di più i tanti ristretti nei penitenziari ai quali si fa scontare una pena illegale come certificato dai 24.000 risarcimenti in sei anni riconosciuti dai magistrati di sorveglianza in tutta Italia.

Voglio mettermi però anche nei panni di una Amministrazione penitenziaria (e delle sue diramazioni) costretta a gestire una situazione drammatica così come gliela restituiscono i decisori politico/istituzionali che con le leggi approvate avrebbero l’obbligo di rimuovere le cause che generano trattamenti disumani e degradanti in violazione della nostra Costituzione e della Convenzione europea dei Diritti dell’uomo: 14.000 detenuti in più rispetto alle possibilità normative di accoglienza, 18.000 agenti in meno rispetto alle piante organiche, carenze annose negli organici di educatori, direttori, assistenti sociali, psicologi, mediatori culturali, personale sanitario di ogni tipo, così scarso da far saltare quotidianamente l’altro diritto sancito dall’art. 32 della Costituzione, il diritto alla salute.

E poi ci sono i problemi della magistratura di sorveglianza (esclusi dai finanziamenti del PNRR) i cui compiti sono aumentati a dismisura nel tempo; giudici di sorveglianza che avrebbero il compito, insieme all’area educativa, di seguire il percorso individualizzato di trattamento (quindi detenuto per detenuto) volto al reinserimento sociale del carcerato.

Quanto al Governo, io mi auguro, che veramente voglia (ne ha l’obbligo) intervenire immediatamente per incidere efficacemente sul sovraffollamento e sulle sue conseguenze. Con Roberto Giachetti, Nessuno tocchi Caino ha presentato fin dal novembre del 2022, l’unica proposta concreta per ridurre in modo immediato il numero spropositato di detenuti aumentato di 5.000 unità da quando si è insediato l’attuale Governo. Lo abbiamo gridato con Giachetti, non siamo particolarmente affezionati alla nostra proposta che sarebbe inutile se la classe politica si assumesse la responsabilità di governare l’incivile situazione attuale con un costituzionalissimo provvedimento di amnistia e di indulto.

Siamo pertanto aperti ad altri interventi legislativi che “hic et nunc” siano volti a risolvere l’attuale esecuzione penale illegale che sembra tradursi quasi quotidianamente in un’esecuzione capitale nei confronti di detenuti e detenenti. Finora purtroppo questi interventi non li scorgiamo fra quelli preannunciati da Nordio. Mai, come da tradizione pannelliana, abbiamo voluto essere della partita “tanto peggio, tanto meglio”. Una volta ristabilito un minimo di legalità, che ci si metta poi subito al lavoro per la necessaria Riforma che in uno Stato civile può essere solo quella della pena flessibile, con quella carceraria ridotta ad extrema ratio, come un tempo sosteneva l’attuale guardasigilli.