Tutto quello che chiede, è semplicemente di
essere trasferito presso un altro carcere dove non sia circondato da detenuti con gravi patologie psichiatriche e fisiche. Si chiama Raffaele Laurenzia, ha 36 anni e ha sette anni da scontare. È
entrato nel carcere di Parma sano di mente e senza patologie fisiche, ora si ritrova in una sezione incompatibile con la sua salute, tanto da avergli provocato una patologia psico fisica che prima, appunto, non aveva.
Il referto psichiatrico evidenzia il suo isolamento
I referti medici lo mettono nero su bianco e i sanitari stessi chiedono un trasferimento urgente. Ma nulla da fare, sono passati mesi ed è ancora lì, costretto a vivere senza riuscire a compiere alcuna attività trattamentale. In sostanza, di fatto e come se vivesse in completo isolamento nel carcere di Parma. «Riferisce – si legge nel referto psichiatrico – che
da quando è arrivato ha iniziato anche una terapia farmacologica, che non ha mai preso in vita sua. Questo disadattamento si manifesta con episodi d’ansia (“…sono chiuso, non posso parlare con nessuno gli altri sono malati e anziani”). Riferisce di non riuscire a frequentare la scuola per difficoltà nell’attenzione e nella concentrazione».
Gli stessi medici hanno richiesto il suo trasferimento urgente
Il referto è datato 10 novembre 2021 e si ripeterà anche qualche tempo dopo. Già allora aveva fatto richiesta trasferimento. I medici stessi, nel referto, hanno scritto: «Ribadiamo la necessità di tale trasferimento al fine di garantire il miglior adattamento possibile». Eppure
ancora oggi, tutto tace. Nessuna riposta da parte della direzione del carcere di Parma e tutto tace anche da parte del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria all’ennesimo sollecito avanzato da Sandra Berardi, presidente dell’associazione Yairaiha Onlus.
Da tempo, l’associazione ha ricevuto notizie da Raffale Laurenza, detenuto attualmente presso la casa circondariale di Parma.
È già stata presentata l'istanza di trasferimento
Nello specifico ha ricevuto le sue lettere che evidenziano la condizione di precarietà in cui versa. Yairaiha ha così appreso come
la situazione in cui vive il Raffaele sia del tutto inopportuna nonché pericolosa per la sua salute psichica. Da una delle lettere ricevute si viene così a conoscenza del fatto che è
già stata presentata istanza di trasferimento alla quale non è seguito alcun cambiamento, lasciando così del tutto disattese le sue richieste. La situazione presenta diversi motivi per essere attenzionata.
Vive nel panico e non riesce a dormire la notte
L’associazione Yairaiha Onlus osserva che il detenuto Laurenzia si «trova a vivere
circondato da compagni affetti da gravi problemi di salute, (finanche il compagno di cella che problemi di autolesionismo, apprendiamo infatti di vari tentativi di tagliarsi le vene) tutto ciò crea forte panico e non gli consente di dormire la notte, né di poter scontare la sua pena in maniera costruttiva tantomeno di portare a termine un piano trattamentale volto alla rieducazione poiché non vi è possibilità di scambio alcuna per lui».
Dalle sue lettere si evince un preoccupante stato depressivo
Non solo. La situazione risulta aggravata dal fatto che non ci sono momenti in cui svolge attività né di studio e quindi formazione o professionalizzazione né ricreative. «Dalle sue lettere – ha segnalato sempre l’associazione Yairaiha - si evince il profondo disagio vissuto, nonché un preoccupante stato depressivo coadiuvato dalla massiccia somministrazione di farmaci, sono presenti cartelle cliniche dove viene somministrato il farmaco: Quetiapina (noto come antipsicotico atipico) 2 volte al dì, ansiolitici e calmanti che acuiscono il suo abbattimento emotivo e lo spingono sempre più in un limbo di arrendevolezza che poco ha a che fare con la rieducazione e un futuro processo di normalizzazione dei detenuti».
La sua condizione confermata dai referti medici
Una condizione che è stata adeguatamente confermata dai referti medici, a seguito della visita specialistica psichiatrica di cui anche
Il Dubbio ha potuto visionare, in particolare della documentazione datata 06/12/2021 e 17/12/2021. Le notizie riferite dal detenuto sono poi state corroborate dalle segnalazioni di sua
moglie, la quale vive in uno stato di angoscia perenne e preoccupazione per le condizioni di suo marito, deperito al punto di essere diventato irriconoscibile. «Va evidenziato – osserva l’associazione nella segnalazione - inoltre il disagio economico di questa famiglia, la moglie è infatti inoccupata se non saltuariamente impegnata come domestica, che non consente visite da parte dei familiari poiché le spese da sostenere per il viaggio risultano essere esose e quindi impossibili da sostenere».
Nonostante i solleciti non ci sono riscontri all'istanza di trasferimento
Una condizione che di fatto nega la possibilità a Raffaele di vedere i suoi tre bambini e sua moglie e questo non fa che rendere la situazione ancora più pesante da sostenere. Nonostante l’ennesimo sollecito, l’associazione non ha avuto alcun riscontro circa la richiesta del signor Laurenza di trasferimento dal carcere di Parma per i motivi che appaiono essere sufficienti a sostenere l'istanza. Questo – evidenzia sempre l’associazione – «nel rispetto del dettato costituzionale ex
art. 27, che ci ricorda come le pene non possano consistere in trattamenti contrari al senso di umanità, vogliate perciò gradire i nostri più cordiali saluti nella speranza di ricevere presto buone notizie».