PHOTO
Opera
È un detenuto che non parla da tre anni, ma perché dopo una operazione al tumore è rimasto senza la cannula fonatoria. Una vicenda che Rita Bernardini ha appreso dalla sua lettera nella quale racconta dettagliatamente tutte le vicissitudini. L'interrogazione di Roberto Giachetti Il deputato Roberto Giachetti ha raccolto questa denuncia e ne ha fatto una interrogazione parlamentare rivolgendosi al ministero della Giustizia e a quello della Salute. Nell’interrogazione a risposta scritta, Giachetti spiega che ha ricevuto la lettera di V. Z. detenuto presso il carcere di Opera di Milano ove è stato trasferito il 27 ottobre 2018. «V. Z. racconta che, quando era detenuto nel carcere di Spoleto, è stato operato di un tumore maligno alla gola presso l'ospedale di Foligno. L'intervento chirurgico ha comportato l'asportazione delle corde vocali e l'impianto di una protesi fonatoria tracheoesofagea che, con poche sedute di logopedia, avrebbe dovuto consentirgli di poter parlare», prosegue il deputato. Nella lettera, V. Z. scrive che il 28 novembre 2018 nel passaggio dall'ospedale San Paolo di Milano alla casa circondariale di Opera è stata smarrita la cannula fonatoria; il 18 luglio 2019 il detenuto avanza al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap) la richiesta di trasferimento perché presso il Sai (Servizio assistenza intensiva) di Opera ove si trova ubicato non erano stati in grado di procurargli la valvola fonatoria e la cannula fonatoria fenestrata in lattice che serve per non far restringere il diametro dello stoma; il 9 agosto 2019 il Dap respinge la richiesta di trasferimento, aderendo a quanto riferito dal dirigente sanitario.Nella lettera, il detenuto sostiene invece di non aver mai ricevuto il kit fonatorio, tanto che il 5 agosto 2019 era stato portato all'ospedale Sacco per perdita della valvola fonatoria e presenza di fistola tracheoesofagea; la lettera descrive in modo dettagliato tutti i passaggi successivi fino al momento della spedizione della missiva all'interrogante avvenuta il 27 dicembre 2020. Sofferenze aumentate anche a causa del Covid «Passaggi – osserva Giachetti nell’interrogazione - che comprendono le complicazioni e le sofferenze che ha dovuto sopportare, rese ancora più gravi dal ricovero per Covid presso il reparto apposito del carcere di San Vittore durato 34 giorni; della sua condizione, che ancor oggi lo vede impossibilitato a poter parlare, V. Z. ha investito – oltre al Dap – anche la magistratura di sorveglianza che ha accolto il suo reclamo». Ebbene, nonostante ciò, dalla lettera si evince che la direzione sanitaria di Opera, in due anni, non è stata in grado di prestare le cure e gli interventi necessari.Per questo il deputato di Italia Vive chiede ai ministri che «se quanto riferito in premessa circa la vicenda della persona detenuta in questione trovi conferma; se i Ministri interrogati intendano verificare la fondatezza di quanto esposto da V. Z. e, nel caso, se intendano adottare iniziative, per quanto di competenza, in relazione alla condotta del responsabile sanitario del carcere, che dipende dalla Asl azienda ospedaliera San Paolo di Milano;in generale, a quali verifiche siano sottoposte le Asl quanto all'erogazione dei servizi sanitari all'interno degli istituti penitenziari italiani».