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Carcere Milano Opera
La cooperativa sociale milanese “Officina dell’Abitare” ha dato avvio, all’interno del carcere maschile di Milano-Opera, a un nuovo laboratorio professionale per la rigenerazione dei decoder televisivi. Il progetto coinvolge 14 persone, di cui 13 detenuti, regolarmente assunti, e un operatore esterno che si occupa della logistica.
La filiera produttiva è seguita interamente dai detenuti, 9 dei quali sono stati assunti in questi giorni proprio per dare avvio alla nuova attività, mentre altri 4 detenuti fungono da coordinatori. Questi ultimi sono stati assunti precedentemente da “Opera in Fiore", la cooperativa sociale partner di “Officina dell’Abitare” con la quale vengono sperimentate nuove metodologie di sostenibilità e integrazione. La rigenerazione dei decoder televisivi viene effettuata per Sky, con cui le due cooperative lavorano, e aderisce a un programma per il miglioramento delle condizioni di vita dei detenuti e il reinserimento sociale attraverso formazione specializzata e contratti di lavoro. «Abbiamo raggiunto risultati eccezionali - spiega Federica Dellacasa, presidente di Opera in Fiore -. Con i nostri progetti e la fiducia di grandi aziende, lavoriamo con persone che lo Stato definisce svantaggiate, ma che per noi rappresentano valore e lavoro. Dietro al nostro fare quotidiano c’è una visione imprenditoriale. Non si tratta di volontariato».
Carcere di Milano-Opera, ecco qual è l’obiettivo dell’iniziativa
Le due cooperative offrono servizi ad aziende pubbliche e private con l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate, disabili, detenuti e migranti; la formula, snella e sostenibile, è rodata a tal punto che vede le due realtà imprenditoriali forti di numeri di tutto rispetto: sono più di cento le persone assunte e quasi due milioni di euro i ricavi complessivi. «Si tratta di ridare dignità, attraverso il lavoro, alle persone che hanno ancora capacità e competenze, ma che si vedono escluse dalla società per motivi diversi - aggiunge Elisabetta Ponzone, socia di Dellacasa e presidente della coop Officina dell’Abitare -. Conosciamo le aziende e le loro esigenze, così come conosciamo i bisogni di chi vive in contesti fragili e complicati. Il nostro impegno è proprio quello di mettere insieme questi due mondi, scardinando i soliti paradigmi, creando nuovi modelli di inclusione e di sviluppo».
E conclude: «La nostra esperienza ci insegna che il lavoro e la formazione continua sono gli strumenti essenziali per far crescere persone e valori. Ristabilendo un giusto equilibrio tra dignità e sviluppo, nascono percorsi inusuali, ma possibili per fare futuro. Le persone che lavorano con noi, i detenuti in particolare, meritano una seconda possibilità. Sempre. E il lavoro ha proprio questa funzione aiutando la persona a riflettere, a non farla sentire sola e a decidere di riprendere in mano la propria vita»