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Giustizia nel caos e gestita a macchia di leopardo, con oltre 200 protocolli diversi emessi dai dirigenti degli uffici giudiziari di tutta Itali, con cui viene disciplinata la ripresa delle attività processuali. Il riavvio delle attività è previsto per martedì 12 maggio, ma la situazione nei tribunali italiani è ancora complicata, sul fronte organizzativo. A denunciarlo è l'Organismo Congressuale Forense, con una nota in cui si spiega che sostanzialmente la ripartenza non avverrà ovunque o avverrà in maniera talmente frammentaria e disorganica da rendere impossibile una disciplina omogenea. "In mancanza di un piano unico nazionale, da noi più volte, invano richiesto - spiega il Coordinatore dell'OCF, Giovanni Malinconico - lo svolgimento delle attività giudiziarie è stato disciplinato per ogni sede in modo totalmente differente, talvolta differente perfino tra le sezioni dei singoli uffici. Non solo. Anche lo svolgimento delle udienze in modalità telematica da remoto non potrà trovare corretta attuazione, in mancanza di una disciplina uniforme". Insomma un disastro, al quale si aggiungono peraltro anche i provvedimenti dilatori di taluni uffici, la mancanza di strumentazioni tecniche, la già denunciata carenza di fondi per il gratuito patrocinio, esauriti e mai più reintegrati. Per queste ragioni, l'Ocf ha proclamato lo stato di agitazione dell'avvocatura e rivolge un appello al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, perchè intervenga per rimettere in ordine la situazione della giustizia, definita "ingestibile" dall'organo di rappresentanza politica dell'avvocatura.