Le sconvolgenti condizioni delle carceri in Calabria, denunciate dal Garante Regionale dei diritti delle persone private della libertà, Luca Muglia, rivelano un sistema penitenziario al collasso. Sovraffollamento, strutture fatiscenti, carenze di organico e violazioni dei diritti umani fondamentali caratterizzano questa realtà drammatica.

Muglia, con la sua Relazione semestrale, ha analizzato la situazione, sottolineando il crescente numero di eventi critici, tra cui suicidi, tentativi di suicidio e atti di autolesionismo. Inoltre, ha evidenziato l'utilizzo improprio di pannelli in plexiglass nelle celle, definendolo come un trattamento disumano e degradante, e ha annunciato l'intenzione di ricorrere alla Cedu per ottenerne la rimozione.

Nella relazione si evidenzia un quadro allarmante della situazione carceraria in Calabria. Il sovraffollamento, presente in 10 dei 12 istituti penitenziari, raggiunge picchi nelle carceri di Locri, Castrovillari, Cosenza, Crotone e Reggio Calabria. Le strutture, spesso fatiscenti, umide e prive di manutenzione, rendono le condizioni di detenzione estremamente precarie.

Diverse celle presentano finestre schermate da pannelli in plexiglass, limitando gravemente la possibilità di ventilazione e di luce naturale. Carenze di organico e inadeguatezza delle camere detentive, con celle sovraffollate e prive di docce, aggravano ulteriormente la situazione.

Particolarmente drammatica è la condizione delle sezioni femminili del carcere di Castrovillari e Reggio Calabria, così come quella degli istituti minorili, dove si registra un aumento del 26,3% degli ingressi rispetto all'anno precedente. I giovani, spesso multiproblematici e dipendenti da stupefacenti o farmaci, rappresentano una sfida più complessa per il sistema penitenziario. Il report degli eventi critici registrati negli istituti calabresi tra gennaio e giugno 2024 è a dir poco sconvolgente.

In soli sei mesi, si sono verificati 5.306 eventi, tra cui 2 suicidi, 80 tentati suicidi, 225 atti di autolesionismo e 75 aggressioni fisiche alla polizia penitenziaria. Questi dati, in linea con quelli del 2023, evidenziano le gravi forme di vulnerabilità dei detenuti e i conflitti che si instaurano nelle

carceri.

Particolarmente preoccupante è il dato della composizione della popolazione carceraria in Calabria, con il 40% circa di detenuti in attesa di giudizio o con posizione mista. Questa elevata percentuale di detenuti non definitivi sottolinea le disfunzioni del sistema giudiziario e la necessità di misure alternative alla detenzione.

Non mancano criticità anche per quanto riguarda il carcere minorile, condizionato dai due fattori: l'ingresso di giovani provenienti da altri distretti, buona parte stranieri, e la carenza dei funzionari della professionalità pedagogica. Sempre nel rapporto si conferma la presenza di giovani multiproblematici, dediti all'assunzione di sostanze stupefacenti e farmacologiche, con problemi di controllo selle emozioni, degli impulsi e dei comportamenti.

Secondo il garante Muglia, la costante assegnazione dei giovani provenienti da altri distretti continua a determinare precarietà e turbamento degli equilibri interni, anche a causa delle diversità culturali. Continuano, di fatto, ancora a registrarsi ricadute negative anche nello sviluppo di progettualità interne. Un altro aspetto critico riguarda le Residenze per l'Esecuzione delle Misure di Sicurezza, le strutture per l'accoglienza di persone con infermità mentale. In Calabria, i tempi di attesa per l'ingresso in Rems superano i due anni, un dato estremamente preoccupante che riflette l'inadeguatezza del sistema di cura e riabilitazione.

Nonostante le gravi criticità, il Garante regionale ha avviato alcune iniziative positive, come la sottoscrizione di protocolli di intesa tra i Comuni e gli istituti penitenziari per affrontare le problematiche legate all'identificazione e al rilascio di documenti per i detenuti senza fissa dimora.

Inoltre, ha elaborato linee guida per tutelare il diritto dei figli minori dei detenuti a mantenere un legame continuativo con i genitori. Tuttavia, il quadro generale rimane desolante e richiede interventi urgenti e incisivi. Muglia ha lanciato un grido di allarme, sottolineando che “non c'è più tempo” e che sono necessari provvedimenti legislativi ed organizzativi immediati per affrontare questa emergenza umanitaria.