Nel carcere di Biella c’è un progetto per ottimizzare al meglio la raccolta differenziata. Tra organico, carta, cartone, plastica e vetro, ogni anno l’istituto produce oltre 100 tonnellate di rifiuti. Una quantità che con l’entrata in vigore della Tarip ( la tariffa rifiuti), nel 2016, ha fatto lievitare di oltre il 40 per cento la bolletta imponendo all’amministrazione penitenziaria di trovare soluzioni più adeguate per la riduzione delle spese. Il progetto è stato presentato dall’assessore all’ambiente Diego Presa, la direttrice della casa circondariale Antonella Giordano e il presidente di Seab ( la società biellese che si occupa della raccolta e riciclaggio dei rifuti) Claudio Marampon. Oltre a perseguire l’obiettivo di alzare la percentuale di rifiuti riciclati, in un complesso che produce circa 100 tonnellate all’anno di immondizia, il progetto consente di dare lavoro a dodici dei quindici “internati” attualmente sotto la tutela della struttura di via dei Tigli: si tratta di persone che hanno scontato la loro condanna ma che sono sottoposti a misure di sicurezza accessorie per rendere graduale e sicuro il loro rientro nella società. A loro la Seab ha fornito materiale ( dalle divise ai guanti fino a un buon numero di cassonetti e carrelli per il trasporto di rifiuti) e, insieme al Comune di Biella, un corso di formazione.
Non è l’unico caso di raccolta differenziata all’interno degli istituti penitenziari. È stato il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Santi Consolo a sollecitare le direzioni degli istituti penitenziari di tutto il territorio nazionale a incrementare la differenziazione della raccolta dei rifiuti. A oggi, la diffusione di questa buona pratica – come si legge in una nota del Dap - è aumentata di ben 29 punti percentuale rispetto alla situazione di partenza. Nel 2016 infatti erano 113 istituti su 191 ad averla adottata ( il 59%, in prevalenza negli uffici del personale), mentre oggi sono 168 su 191 ( l’ 88%). Rilevante è il numero delle sezioni detentive interessate dalla raccolta differenziata: attualmente si registra che sono 844 su 1.130 complessive sezioni detentive, rispetto alle 16 sezioni iniziali, con un incremento quindi dall’ 1 al 75%. Considerato che le sezioni e gli spazi di vita detentivi coinvolti sono distribuiti in 127 Istituti penitenziari, emerge che il 66%, delle strutture sull’intero territorio na- zionale ha adottato la raccolta differenziata dei rifiuti in tali spazi. A oggi i detenuti occupati nelle attività lavorative del settore sono 718, di cui 46 sono esclusivamente impiegati nel compostaggio. Per il Dipartimento il tema è stato considerato trainante sotto diversi aspetti: rappresenta in primo luogo la possibilità di introdurre elementi di educazione alla protezione e alla salvaguardia dell’ambiente, perché interviene nelle abitudini comportamentali quotidiane della popolazione ristretta. L’auspicio è che l’acquisizione di tale sensibilità ed abitudine da parte delle persone detenute possa trasferirsi anche all’esterno una volta riacquistata la libertà. La pratica della raccolta differenziata vuole essere un modo per incrementare le possibilità di occupazione lavorativa e di acquisizione di nuove competenze spendibili sul mercato del lavoro libero.