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Riguardo la gestione dei fondi, i togati di Magistratura indipendente hanno depositato al Comitato di presidenza del Csm una richiesta di apertura pratica “per far luce sulle modalità di utilizzo del 16 milioni destinati all’automatizzazione del Tribunale di Milano”. Come si legge nella nota, “la richiesta segue la pubblicazione di notizie relative agli appalti pubblici presso gli uffici giudiziari milanesi”. L’ex dirigente del settore manutenzione del Comune di Milano incaricato della gestione del Palazzo di giustizia, l’architetto Carmelo Maugeri, in un colloquio con Il Dubbio la scorsa settimana, a proposito del dossier dell’Anac che aveva evidenziato irregolarità nel modo in cui erano stati spesi questi fondi, aveva rappresentato come fossero stati i magistrati “a decidere in che modo questi fondi avrebbero dovuto essere impiegati”. Sostanzialmente contraddicendo il presidente del Tribunale Roberto Bichi, che aveva “scaricato” le responsabilità sul Comune di Milano in quanto unica stazione appaltante.
Secondo le toghe di “Mi”, a questo punto, è necessario “accertare l’attuazione, presso il Tribunale di Milano, dei principi organizzativi previsti dal Csm per il processo civile telematico, nonché la verifica della regolare gestione dei fondi pubblici utilizzati per l’implementazione di specifici progetti organizzativi”. “Si tratta - concludono i togati - di un argomento di fondamentale importanza sul quale deve essere fatta chiarezza al fine di salvaguardare il prestigio e la credibilità dell’ordine giudiziario”. Va ricordato che il Palazzo di giustizia di Milano, tradizionalmente feudo delle toghe progressiste, nelle ultime tornate elettorali per il Csm e l’Anm, ha visto quadruplicare i voti di “Mi”. Da qui, probabilmente, la scelta di “alzare la voce” da parte delle toghe conservatrici.
Tutta “politica”, invece, la polemica per la nomina del presidente del Tribunale di Pordenone. Nel corso del plenum di ieri era stato proposto dalla Quinta commissione, quella per gli incarichi direttivi ( relatrice la laica di Sel Paola Balducci, con voto favorevole da parte dei consiglieri di Area e Unicost e con voto contrario del togato di Mi Luca Forteleoni), come presidente del Tribunale di Pordenone, Lanfranco Tenaglia. Un magistrato che ha una anzianità di servizio di 28 anni, 8 dei quali trascorsi da parlamentare del Partito democratico, ricoprendo anche l’incarico di responsabile Giustizia dei dem. Oltre a ciò, Tenaglia è stato proposto da Renzi per la nomina a Consigliere di Stato in quota governativa. “A fronte di questo brillante percorso politico - scrivono le toghe di Magistratura indipendente - il gruppo di Mi aveva proposto in commissione e in plenum la nomina di Licia Consuelo Marino, con una anzianità di oltre 30 anni di servizio, tutti trascorsi all’interno degli uffici giudiziari, peraltro con funzioni semidirettive di presidente di sezione dal 2013 nel Tribunale di Pordenone”, si legge nel comunicato emesso a termine del dibattito. “Nella discussione - prosegue la nota - il gruppo di Mi ha denunciato con forza il doppiopesismo culturale dei consiglieri di Area, costantemente impegnati a censurare i percorsi professionali di valorosi colleghi che avessero trascorso appena qualche mese della loro carriera in posizione di fuori ruolo, salvo poi proporre, alla presidenza di un Tribunale, un magistrato, per ben 8 anni parlamentare ed esponente di spicco del Pd”. Su proposta del togato di Area Antonello Ardituro, i consiglieri di Area e di Unicost hanno proposto e ottenuto il rinvio della discussione, “ovviamente con il nostro voto contrario”, concludono i togati di Mi.
Sono previste per oggi, infine, le prime audizioni su Consipal. Il gruppo di Area ha deciso di fare quadrato intorno colleghi di Napoli. Morosini ha depositato una richiesta di pratica a tutela. Ardituro ha stigmatizzato le fughe di notizie che stanno caratterizzando questa delicata fase d’indagine.