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Doveva essere il giorno della protesta. E di un segnale, da parte della politica, molto atteso dagli avvocati. E invece il dibatitto organizzato dai penalisti in mezzo alla loro tre giorni di sciopero (che finisce oggi) rilancia lallarme sulla prescrizione. Che è poi la questione più avvertita dallUnione Camere penali, la vera scintilla che ha portato allastensione dalle udienze. Il governo infatti invia un messaggio tuttaltro che rassicurante, per gli avvocati, proprio su questo tema: «Sui reati contro la pubblica amministrazione va trovato un punto di equilibrio. Che tenga conto anche del notevole ritardo con cui i casi di corruzione vengono scoperti». A dirlo è il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Maria Ferri che, alla manifestazione indetta dalle Camere penali in Cassazione a Roma, rappresenta appunto lesecutivo. Levento vede la partecipazione dei massimi esponenti degli organismi di rappresentanza dellavvocatura.E tutti restano spiazzati dalla naturalezza con cui il sottosegretario alla Giustizia fa capire come difficilmente si tornerà indietro sulla super prescrizione. «Certo, coglieremo lo spunto di riflessione offerto dalla giornata di oggi, ma bisogna ricordarsi che difficilmente qualcuno si presenta alla polizia giudiziaria per dire di aver pagato una mazzetta in cambio di un appalto. Non si può correre il rischio che per quel motivo i processi di corruzione vadano prescritti». Vuol dire che non ci si potrà allontanare troppo dallemendamento Ferranti, quello passato alla Camera e che da solo trascina la durata di un processo per corruzione propria fino a 21 anni e 9 mesi. Praticamente una vita.Beniamino Migliucci, che dellUnione Camere penali è il presidente e che nel dibattito al Palazzaccio veste i panni del moderatore, parte col suo solito tono garbato e poi si arrabbia proprio: «Caro Cosimo, non potete promuovere una riforma della prescrizione che compiaccia il presidente di turno dellAnm». Glielo dice chiaro chiaro. Gli ricorda gli inasprimenti contenuti già nel testo sulla prescrizione predisposto dal governo, certo allacqua di rose rispetto allordigno nucleare tuttora allesame del Senato. «I termini di prescrizione si sospendono nel caso in cui limputato chieda una perizia, non se lo fa il pm: perché? ».Su tutto il dibattito intorno alla riforma penale aleggia il pregiudizio negativo nei confronti degli avvocati. Viene sospeso il cronometro della prescrizione se il difensore chiede una perizia, se impugna la sentenza di primo grado, se ricorre in Cassazione. Come se ogni atto dellavvocato fosse sicuramente inquinato dalla malizia dilatoria. Certo, Migliucci ammette che «il ministro della Giustizia ha saputo respingere la pretesa di interrompere definitivamente la prescrizione con il rinvio giudizio, avanzata dallAnm». E lo stesso Ferri, nella prima parte del suo intervento, riconosce che «la maggior parte delle prescrizioni matura nella fase delle indagini» e che quindi «si deve rilanciare il dibattito sullobbligatorietà dellazione penale». E qualcosa pure andrà fatta «sugli aspetti organizzativi della giustizia», cioè sui troppi tempi morti che Procure e Tribunali lasciano intercorrere durante il procedimento. Tutte premesse che lascerebbero presagire una sterzata rispetto allemendamento Ferranti. Ma per ora non è così, e il Pd resta aggrappato a quelliperbole che allunga a dismisura i processi per corruzione, Dallaltra parte della barricata cè lNcd. «Resto convinto che più si dilatano i termini di prescrizione e più durano i processi», dice il capogruppo al Senato Renato Schifani. È la stessa tesi proposta da Migliucci nel suo intervento: aggiungete 3 anni al limite massimo e semplicemente i processi si prescriveranno 3 anni dopo.Lunica cosa certa è che il punto di mediazione tra Pd e Ncd ancora non cè: è scaduto ieri il termine per il deposito degli emendamenti in commissione Giustizia al Senato e ciascuno dei due partiti ha confezionato da solo i propri. LNcd propone tra laltro di invertire le sospensioni (1 anno dopo la condanna in primo grado, 2 anni dopo quella in appello) e farle decorrere dalla lettura del dispositivo anziché dal deposito della sentenza. Il tutto, con lemendamento Ferranti tenuto fuori. Il Pd è disponibile a scendere dai quasi 22 anni a circa 17 per prescrivere la corruzione propria. Ma certo lombra di Davigo, dopo le ammissioni fatte ieri da Ferri, circonfonde tutta la delicatissima trattativa.