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Le chat dei magistrati contro Matteo Salvini diventano un caso politico: "Toghe contro di me? Con quale serenità verrò giudicato?", si chiede giustamente il leader della Lega Matteo Salvini che dovrà rispondere dell'accusa di sequestro di persona perché mentre era ministro dell’Interno impedì per più di tre giorni lo sbarco di 116 persone tratte in salvo nel Mediterraneo centrale dalla nave della Marina militare Gregoretti. E poi, si chiede ancora Salvini, "con quale serenità potrà esprimersi la Giustizia? Il Capo dello Stato ritiene normali questi toni?". Le chat tra magistrati 'Mi dispiace dover dire che non vedo veramente dove Salvini stia sbagliando. Illegittimamente si cerca di entrare in Italia e il ministro dell'Interno interviene perché questo non avvenga. E non capisco cosa c'entri la Procura di Agrigento'', chiedeva Paolo Auriemma, capo della Procura di Viterbo. La risposta di Palamara arriva quasi subito: ''Hai ragione. Ma adesso bisogna attaccarlo''. Le chat, sono agli atti dell'inchiesta di Perugia sul caso Palamara e che ha scosso le fondamenta del Csm. Per finire, in una chat tra Palamara e Bianca Ferramosca, componente della giunta esecutiva Anm quest'ultima, nel novembre 2018, se la prende con i colleghi che hanno dato ragione a Salvini sull'allora dl Sicurezza, componenti di una cordata ''pericolosissima''. La difesa di Nicola Morra "Sono d'accordo con il senatore Salvini, che ha riportato quanto scritto da un quotidiano oggi: e' assolutamente inammissibile, seppure in chat private, che magistrati giudichino un ministro come e' stato giudicato. Un magistrato e' sempre parte di un corpo terzo, c'e' pur sempre una distinzione netta tra poteri". Lo ha detto il senatore del M5S, Nicola Morra intervenendo in aula, dopo l'informativa del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. "Ma e' altrettanto vero che il senatore Salvini ha indicato delle soluzioni per la fase emergenziale che materialmente non sono nelle nostre disponibilita'", ha aggiunto Morra.