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Il giudice entra in aula e legge la sentenza: 11 anni di reclusione al padre accusato di violenza sessuale sulla figlia. Peccato che la difesa non abbia ancora preso la parola per difendere l'imputato e, dunque, la decisione fosse stata presa prima ancora di ascoltarla. L'imperdonabile errore del giudice è avvenuto al tribunale penale di Asti, in Piemonte, e ha ovviamente scatenato l'ira della camera penale locale. Il giudice, accortosi della gaffe, ha stracciato la sentenza già scritta e si è astenuto, ma la beffa - e soprattutto il sospetto per gli avvocati che alcuni giudici decidano a prescindere dalle loro tesi difensive - resta. A Repubblica Torino, il presidente dei penalisti locali Alberto De Sanctis ha parlato di assurdità: "Al Tribunale di Asti è accaduto l’incredibile. Inizia la discussione finale nel corso della quale prendono la parola il pubblico ministero, il difensore della parte civile e il difensore di uno degli imputati. La discussione in difesa dell’altro imputato viene rinviata ad altra data. Nel corso di quest’ultima udienza accade l’abnorme paradosso. Il Tribunale in composizione collegiale rientra in aula e anziché dare la parola alla difesa per la programmata discussione rimane in piedi e, in nome del popolo italiano, dà lettura del dispositivo della sentenza che condanna entrambi gli imputati". A rimanere senza parole è stato anche il pubblico ministero e, quando l'avvocato segnala l'anomalia, il presidente si accorge dell'errore e distrugge materialmente il foglio su cui aveva scritto il dispositivo letto, poi invita l'avvocato a concludere. A quel punto il difensore manifesta tutta la sua perplessità, il collegio si ritira in camera di consiglio e, al rientro, dichiara di astenersi (che, sembra, sia stata respinta). A commentare i fatti è anche il presidente del tribunale di Asti, Giancarlo Girolami, che però preferisce non esprimersi ancora: "Sto raccogliendo tutti gli elementi di questa vicenda, che è molto delicata. Al momento non ho ancora terminato di ascoltare tutti i protagonisti che erano in aula".