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Il tribunale di Arezzo ha assolto con formula piena perché «il fatto non sussiste» i 14 imputati, tra cui Pier Luigi Boschi, a processo per il crac di Banca Etruria, l'istituto di credito aretino fallito dopo la messa in risoluzione con il decreto salvabanche del 22 novembre 2015, nell'ambito del filone di indagine sulle cosiddette consulenze d'oro. La sentenza è stata emessa ieri mattina dal giudice Ada Grignani dopo una breve camera di consiglio, durata poco più di un'ora. Gli imputati erano accusati di bancarotta colposa per una serie di consulenze commissionate dalla ex Banca Etruria per studiare l'ipotesi di fusione con un altro istituto di credito, che fu individuato nella Banca Popolare di Vicenza, ma poi l'operazione non andò in porto. Alla lettura della sentenza era presente il procuratore capo Roberto Rossi. «Le sentenze si rispettano e non si commentano. Aspettiamo di leggere le motivazioni e poi valuteremo il da farsi», ha detto il magistrato non escludendo così l'intenzione di proporre appello contro l'assoluzione. Il pm Angela Masiello aveva chiesto 12 mesi per Boschi. Il suo legale Gildo Ursini ha così commentato a caldo: «È stato riconosciuto quello in cui abbiamo sempre creduto. Spero che questo sia l'ultimo procedimento a carico di Pierluigi Boschi. Il fatto di portare quel nome ha pesato sul mio assistito ma per fortuna c'è un lieto fine». Con questa assoluzione, Boschi «ha chiuso tutte le pendenze legate alle vicende di Banca Etruria», ha precisato Ursini. L'avvocato ha comunicato telefonicamente a Boschi l'assoluzione. «Si è sentito naturalmente sollevata da questa sentenza» ha concluso. Ricordiamo che già nel 2020 era stata archiviata l’accusa di bancarotta semplice nei confronti dell’ex vicepresidente della banca aretina. L'onorevole Maria Elena Boschi, attuale capogruppo di Italia Viva alla Camera, ha espresso subito su Facebook le proprie emozioni per la fine (almeno per ora) di un processo giudiziario e mediatico che ha coinvolto lei e il padre: «Oggi (ieri, ndr) ho pianto. Avevo giurato a me stessa che non avrei mai pianto per Banca Etruria. Oggi l’ho fatto. E non ho paura di ammetterlo in pubblico. Ho pianto come una bambina, in ufficio, alla Camera. Ho pianto perché mio padre è stato assolto dall’ultima accusa che gli veniva mossa su Banca Etruria. Con oggi si chiude un calvario lungo sette anni. E si chiude nell’unico modo possibile: con la certezza che mio padre era innocente». E poi si è tolta qualche sassolino dalle scarpe, soprattutto verso il Movimento Cinque Stelle: «Ora lo sanno tutti, non solo la sua famiglia. Lo sanno gli avversari politici che mi hanno chiesto le dimissioni per reati che mio padre non aveva fatto. Lo sanno i talk che hanno fatto intere trasmissioni contro di me e di noi e che non dedicheranno spazio a questa vicenda. Lo sanno gli odiatori che mi hanno insultato spesso con violenza verbale e frasi sessiste nel silenzio complice e imbarazzato di tanti. Questa vicenda - ha concluso l'ex Ministra - ha segnato la mia vita e la mia carriera molto più di quanto uno possa pensare: ma le lacrime di oggi sono lacrime di gioia e di speranza. Perché nessuno debba subire quello che ha subito la mia famiglia. Combatterò per una giustizia giusta. E ringrazio quei tanti magistrati che in ogni angolo del Paese fanno prevalere il diritto sull’ingiustizia». Accanto a lei il leader di Iv Matteo Renzi: «Oggi molti avversari politici, ospiti dei talk, odiatori dovrebbero mettersi in fila e dire una cosa sola: scusa. Non lo faranno. Ma quello che è sempre più chiaro è che i MOSTRI non eravamo noi. Un abbraccio a tutta la famiglia Boschi». “Mostri” come il titolo del suo nuovo libro "Il Mostro". Mentre il deputato di Iv e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi, fa un appello al servizio pubblico radio-televisivo: «Ora la Rai, che negli anni scorsi ha dedicato aperture di telegiornali, puntate di talk show, approfondimenti e interviste a questa vicenda, ha il dovere di dare all’assoluzione almeno lo stesso risalto». Dal Pd prende la parola il senatore Andrea Marcucci: «Cavalcare il giustizialismo prima dei processi è abitudine barbara. Tutti assolti per Banca Etruria. Una polemica sanguinosa con sentenze stabilite sui social. Una vicenda politica più che giudiziaria finita con assoluzioni con formula piena. Molti oggi si dovrebbero vergognare!». Sostegno alla Boschi anche da Carlo Calenda, Segretario di Azione: «Maria Elena è stata vittima di un linciaggio mediatico e giudiziario che non ha paragoni. Ed è accaduto perché è una donna bella, tosta, preparata e intelligente. Fine».