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Videochiamate tramite Skype per facilitare le relazioni familiari dei detenuti e garantire le loro esigenze affettive: è quanto prevede una circolare del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ( Dap) che, dopo aver valutato l’esperienza dei progetti- pilota avviati in alcuni istituti, ha deciso di estendere su larga scala l’installazione e l’utilizzo della piattaforma di telecomunicazioni. Il capo del Dap, Francesco Basentini, ha commentato così al Dubbio: «Con questa iniziativa dimostriamo di star lavorando concretamente al miglioramento delle condizioni di vita dei detenuti. Oltre ai colloqui con i propri familiari, i pc potranno essere utilizzati per l’installazione di ulteriori programmi di tipo didattico anche per progetti educativi e formativi. Tutto ciò allo scopo di perseguire una priorità: riempire il tempo libero dei detenuti negli istituti. È soprattutto attraverso questo passaggio gestionale che miglioriamo le condizioni di vita dei detenuti, perché se li lasciamo anche semplicemente passeggiare con le celle aperte, senza fargli fare nulla, alla fine creiamo una situazione di alienazione, lì dove è importante invece occupare il tempo di queste persone anche in attività ricreative».
Come prevede la normativa non tutti i detenuti tuttavia potranno beneficiare di questa possibilità. Accanto alla finalità affettiva risulta fondamentale, infatti, che tutto si svolga nella massima sicurezza, spiega il comunicato del ministero della Giustizia. Grazie all’utilizzo delle tecnologie informatiche e di Internet, i detenuti potranno avere contatti più agevoli con figli, genitori o coniugi, alleggerendo il peso di spostamenti, attese e incontri all’interno delle strutture penitenziarie. A beneficiarne saranno, in particolare, i bambini che hanno genitori in carcere, con i quali potranno avere contatti audio- visivi rimanendo in casa.
Come spiegano dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria «dal punto di vista giuridico, la videochiamata viene equiparata ai colloqui, anche per quanto riguarda autorizzazioni, durata e controlli. I detenuti, in linea generale, potranno fare fino a sei video- colloqui al mese per la durata massima di un’ora. Per quelli in attesa di giudizio sarà necessaria l’autorizzazione dell’autorità giudiziaria». Nei prossimi giorni la Direzione generale per i sistemi informativi automatizzati invierà 400 pc portatili ai Provveditorati Regionali che, a loro volta, li distribuiranno agli istituti penitenziari dell’ambito territoriale di competenza, in numero di 2 pc a istituto. Prima di essere ammessi a effettuare le videochiamate ai familiari, i detenuti devono presentare richiesta indicando l’indirizzo mail da contattare e allegando copia del certificato che attesta la relazione di convivenza o il grado di parentela. Il familiare o il convivente destinatario della chiamata deve, invece, assicurare ( tramite autocertificazione) che parteciperanno al collegamento esclusivamente i soggetti indicati nella richiesta e autorizzati. Per il collegamento i detenuti verranno accompagnati in appositi locali degli istituti dove avranno a disposizione postazioni informatiche abilitate. Per assicurare, accanto alla riservatezza, anche condizioni di completa sicurezza, i colloqui si svolgeranno sempre sotto il controllo visivo del personale della Polizia Penitenziaria che da postazione remota potrà visualizzare le immagini che appaiono sul monitor del computer in dotazione al detenuto.