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Terremoto in Campidoglio. Dopo la grana di ieri, con l'acquisizione di atti e documenti da parte della polizia nell'ambito di un'inchiesta della procura per verificare la regolarità di alcune nomine, oggi una nuova, pesantissima tegola giudiziaria: l'arresto per corruzione di Raffaele Marra, ex vice capo di gabinetto del Campidoglio e ora alla guida del Dipartimento Personale, fedelissimo della sindaca Virginia Raggi, finito al centro di un'indagine sulla compravendita di una casa Enasarco insieme al costruttore Sergio Scarpellini. Proprio sul suo nome sarebbero nati i primi dissidi all'interno del M5S. A far storcere il naso a più di qualcuno in particolare, fino allo stesso garante del movimento Beppe Grillo, come ha sostenuto qualcuno - "il virus che ha infettato il Movimento 5 stelle" lo definì Roberta Lombardi in un post di fuoco su Facebook - sarebbero state le precedenti esperienze di collaborazione che Marra ha avuto con Gianni Alemanno (quando questi era sindaco di Roma e prima ancora ministro dell'Agricoltura) e poi con la Regione Lazio guidata da Renata Polverini. Nato a Napoli il 29 gennaio del 1972, l'ex vicecapo di gabinetto della sindaca Raggi ha conseguito diverse lauree in Giurisprudenza, Economia e Commercio, Scienze della Sicurezza Economica e Finanziaria. Dal 1991 al 2006 ha svolto attività come ufficiale della Guardia di Finanza, ottenendo anche alcuni riconoscimenti. Lasciata la divisa delle Fiamme Gialle, ha ricoperto quindi il ruolo di dirigente responsabile del servizio Affari Generali al Cra - Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in Agricoltura e dopo quello di dirigente nazionale Area Galoppo all'Unire, Unione nazionale incremento razze equine. Portato di nuovo in Campidoglio dalla sindaca Raggi e diventato sostenitore della causa 5 Stelle, su di lui ci sarebbero però stati spesso scontri anche molto accesi all'interno del Movimento, arrivati fino al garante Beppe Grillo. Con una delibera datata 7 settembre Raffaele Marra è stato spostato a capo del personale, incarico dove è stato riconfermato dopo la scadenza del 31 ottobre. Qualche settimana fa il suo nuovo ruolo aveva destato nuove polemiche anche da parte dell'opposizione per un possibile conflitto d'interesse collegato al ricollocamento di suo fratello Renato, dirigente capitolino, nominato a direttore della Direzione Turismo del Campidoglio. Una nomina sulla quale poi Anac ha avviato un'istruttoria sulla base di un esposto presentato da Direr, sindacato della dirigenza e quadri direttivi. L'arresto di Raffaele Marra, capo del personale del comune di Roma e fedelissimo della sindaca Virginia Raggi, travolge il Movimento 5 Stelle, nel giorno in cui i pentastellati si apprestavano a partire per Siena, assieme al cofondatore Beppe Grillo, per un flash mob a difesa dei risparmiatori Mps. Nel pieno del caos e quando i 5 Stelle - e lo stesso Beppe Grillo - hanno già deciso di annullare il previsto flash mob, il cofondatore del Movimento scrive un tweet in cui parla del programma di governo dei pentastellati: "Programma Energia M5S: gli impianti di stoccaggio", è il 'cinguettio' dell'ex comico genovese, che allega il post pubblicato sul suo blog relativo a un punto del programma di governo del Movimento. "Aspettiamo il lavoro della magistratura, il problema non c'è: Marra non è un politico, è un esponente tecnico, lo sostituiremo come è giusto che sia". Lo dichiara il capogruppo del M5S, Paolo Ferrara, a margine del Consiglio Metropolitano, commentando l'arresto del dirigente capitolino del Personale, Raffaele Marra, avvenuto stamattina. "No comment" dal presidente dell'Assemblea capitolina Marcello De Vito sulla notizia dell'arresto di Raffaele Marra, capo del Dipartimento Personale in Campidoglio, già finito nelle polemiche interne al M5S la scorsa estate dopo il suo iniziale incarico da parte della sindaca Virginia Raggi a vice capo di gabinetto. Non si nasconde dietro no comment uno dei big del Movimento: "Non c'è dubbio che si tratta di un fatto grave, gravissimo", ammette Roberto Fico. "Aspettiamo il lavoro della magistratura, il problema non c'è: Marra non è un politico, è un esponente tecnico, lo sostituiremo come è giusto che sia". Lo dichiara il capogruppo del M5S, Paolo Ferrara, a margine del Consiglio Metropolitano, commentando l'arresto del dirigente capitolino del Personale, Raffaele Marra, avvenuto stamattina. Nel silenzio della prima cittadina della Capitale, parlano invece le forze di opposizione e chiedono a gran voce le dimissioni di Raggi. Per il Pd i vertici dei 5 Stelle "sono corresponsabili politicamente", mentre per Lega e Forza Italia l'unico passo da compiere sono le dimissioni di Raggi. Pochi i 5 Stelle che commentano l'accaduto: avvicinati dai giornalisti proprio mentre stavano per salire sul pullman che li avrebbe portati a Siena, i parlamentari pentastellati concordano sulla necessità che "la magistratura faccia il suo corso". "Prima le tardive dimissioni della Muraro, poi le perquisizioni in Campidoglio, oggi l'arresto di Marra: quando dissi che stavano riciclando il peggio, quando raccontai i legami pericolosi di questa gente, Grillo, Di Battista e Di Maio mi insultarono. Oggi non chiederanno scusa. Perchè sono politicamente corresponsabili", dichiara Matteo Orfini, presidente del Partito democratico. "Immediate dimissioni del sindaco Raggi. Se ne vada via oggi stesso", tuona Maurizio Gasparri di FI. "Prima la Muraro poi i contratti di consulenza e oggi l'arresto di Marra, ma al di là delle indagini e delle questioni giudiziarie il tema è e resta politico. Noi chiediamo le immediate dimissioni della Raggi perchè ancor più delle inchieste pesa la sua manifesta incapacità di amministrare Roma", afferma Barbara Saltamartini, vice presidente dei deputati della Lega. "L'arresto di Marra, fedelissimo del sindaco Raggi è un fatto molto grave. A differenza dei 5 Stelle - che non si sono fatti scrupolo di linciare chi si era trovato in situazioni analoghe - noi attendiamo di capire. Di sicuro il giudizio sull'operato della Raggi - difesa a spada tratta da Di Maio e Grillo - è disastroso". Lo afferma Andrea Romano del Pd, che aggiunge: "Se aggiungiamo questa vicenda alla questione Muraro, alle dimissioni carbonare date alle 1.30 di notte, si delinea un quadro inquietante. È un fallimento epocale quello della Raggi e dei 5 stelle che si scarica tutto sulle spalle dei romani. Tra nomine, dimissioni, indagati e ora arresti la giunta è paralizzata. I 5 stelle stanno facendo pagare alla città un conto salatissimo per gli accordi con il vecchio grumo di potere alemanniano", conclude Romano.