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Il fine settimana scorso ha tentato il suicidio provocando un incendio mentre era in cella di isolamento nel carcere campano di Ariano Irpino. Salvato in extremis grazie al gesto coraggioso di un agente penitenziario che, per liberarlo dalle fiamme, è rimasto intossicato dal fumo.
IL RACCONTO DEI FAMILIARI Parliamo di Raffaele Amato, 24enne, che è tuttora in prognosi riservata al centro grandi ustionati dell’ospedale Cardarelli di Napoli. I familiari hanno raccontato che Raffaele era in isolamento da una decina di giorni e per protesta aveva iniziato uno sciopero della fame e delle sete.
Il detenuto lamentava scarsa attenzione sanitaria a un suo problema fisico. Era previsto un piccolo intervento chirurgico per fine luglio che poi è stato annullato per mancanza di personale. Il giorno della tragedia aveva incontrato i familiari e durante il colloquio vi era stata una incomprensione con un agente penitenziario che aveva scatenato la sua ira tanto che poi il ragazzo aveva preferito tornarsene in cella. I familiari avevano avvertito la direzione del carcere che le sue condizioni di salute erano precarie e infatti tornato in cella Raffaele Amato ha tentato il gesto estremo del suicidio.
LA DENUNCIA DEL GARANTE Il garante campano dei detenuti Samuele Ciambriello, dopo questo episodio, ha denunciato la situazione del carcere di Ariano Irpino: 350 detenuti, il 90% definitivi, con solo due educatori, mentre i professionisti esperti ( psicologi e psichiatri) hanno 50 ore mensili.
«Ci sono stati nel carcere nell’ultimo mese due Tso – ha spiegato Ciambriello -. Nel carcere dove il 18% dei detenuti ha problemi psichici, vive forme di autolesionismo, a volte qualche detenuto ha aggredito anche agenti di polizia penitenziaria, lo psichiatra va due volte al mese! Benevento con poco più di 400 detenuti ha sei educatori. Arienzo con 85 detenuti ha due educatori, Vallo della Lucania con 56 detenuti ha due educatori. Insomma pochi educatori, poche figure sociali nelle carceri campane e a volte mal distribuite».
Un carcere, quello di Ariano, sempre secondo quanto denuncia il garante Ciambriello, «lontano dal mondo, con poche attività trattamentali, una infermeria da terzo mondo, che spero quanto prima sia messa a nuovo, con una sanità per visite specialistiche e ricoveri molte volte con ritardi inspiegabili».
Poi il garante ha sottolineato che «la stessa struttura risponde a logiche securitarie ( con – ad esempio – altissimi muri di cinta) che ancora oggi riducono al minimo gli spazi per le attività trattamentali ( si segnala l’assenza di un campo di calcio, di una palestra e di un teatro); il 7 maggio 2014 è stato consegnato un Padiglione di recente costruzione ( padiglione B) con una capienza di 200 posti, costruito sul campo di calcio esistente e mai più ricostruito».
Infine, il garante campano, ha concluso con un auspicio: «Spero che il Provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria, l’Asl di competenza eroghino, ciascuna per le sue competenze, prestazioni inerenti al diritto alla salute, al miglioramento della qualità della vita, mettano in campo prestazioni finalizzate al recupero, alla reintegrazione sociale e all’inserimento nel mondo del lavoro dei diversamente liberi di Ariano Irpino».
SUICIDI IN CRESCITA Un problema, in realtà, generale e che quindi riguarda la maggior parte del sistema penitenziario. I tentativi di suicidio sono all’ordine del giorno e quello riusciti sono 29 dall’inizio dell’anno. Prevenire i suicidi, come già ha spiegato il presidente di Antigone Patrizio Gonnella, non è mai semplice. Però si può fare molto, come ridurre al minimo l’isolamento e aumentare la possibilità di avere contatti con i familiari, aumentando il numero e durata delle telefonate. Compreso quello di introdurre la possibilità di avere contatti, anche intimi, con i proprio compagni o compagne. In una sola parola, non negare l’affettività.