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Via libera alle regole tecniche in materia di procedure e metodologie di analisi e valutazione del rischio di riciclaggio e finanziamento del terrorismo, cui gli avvocati sono esposti nell’esercizio della propria attività. Il Cnf le ha licenziate nella seduta amministrativa di ieri, dopo il parere favorevole del Comitato di Sicurezza Finanziaria, che fa capo al Ministero dell'Economia e Finanze.
Pur essendo stata pensata per banche e intermediari finanziari, la direttiva antiriciclaggio ( con il decreto 90/ 2017) è stata estesa anche a notai, commercialisti e avvocati e il decrerto ha attribuito agli organi di autoregolamentazione il compito di stilare delle linee guida che integrino la normativa con le specificità di ogni categoria. Per questo è stato necessario redigere un pacchetto di regole specifiche, che rispettino le specificità dei professionisti e permettano loro di adeguarsi alla normativa.
Il gruppo di lavoro istituito dal Cnf ha coordinato l’implementazione degli obblighi in materia, ma ha anche rappresentato presso le sedi ministeriali le esigenze degli avvocati, concertando soluzioni applicabili per gli studi legali. Se i primi passaggi sono stati quelli di organizzare la formazione sul territorio nazionale e di redigere documenti illustrativi per applicare le norme, ora le regole tecniche puntano a facilitare l’attività dell’avvocato, circoscrivendo il perimetro di applicazione della normativa e fornendo indicazioni perchè gli studi possano adeguarvisi senza incorrere in sanzioni.
Il decreto antiriciclaggio è integrato da 14 regole tecniche. Le prime riguardano l’ambito di applicazione della normativa, riportando espressamente l’elenco delle materie escluse dagli obblighi antiriciclaggio in modo da evitare equivoci interpretativi ( per esempio, la consulenza stragiudiziale avente ad oggetto i negozi di natura non patrimoniale, l’attività di assistenza in giudizio, gli incarichi di amministratore di sostegno, mediatore o custode giudiziario).
Si chiarisce, inoltre, che la valutazione del rischio antiriciclaggio da parte dello studio legale può essere svolta anche appoggiandosi a società di consulenza.
La quinta regola contiene l’elenco dei clienti considerati a basso rischio, includendo espressamente in questa categoria le pubbliche amministrazioni, gli istituti bancari e assicurativi e le società quotate, colmando in tal modo la lacuna del “nuovo” decreto numero 231.
Ben cinque regole chiariscono il metodo di verifica della clientela: si precisa che, qualora il contratto o l’atto che l’avvocato è chiamato a redigere per l’esecuzione della prestazione professionale contenga lo scopo e la natura della prestazione, non è necessario produrre o chiedere al cliente il rilascio di un autonomo documento contenente tali informazioni, qualora il cliente e/ o l’operazione siano soggetti all’adeguata verificata semplificata. L’ottava regola consente agli avvocati di avvalersi di procedure di raccolta e analisi dei dati basate su algoritmi, con lo scopo di identificare e assegnare la classe di rischio al cliente e/ o all’operazione.
Operativamente, si sottolinea come - in presenza di un basso rischio di riciclaggio per soddisfare gli obblighi di identificazione sia sufficiente il documento di identità del cliente e del titolare effettivo ( anche senza la presenza di quest’ultimo purché la dichiarazione e la documentazione consegnata dal cliente sia attendibile). Inoltre, si ritengono sufficienti le dichiarazioni fornite dal cliente in merito allo scopo e alla natura dell’operazione ( senza l’obbligo di raccogliere informazioni relative alla situazione patrimoniale del cliente e di verificare la provenienza dei fondi). Per quanto riguarda gli adempimenti burocratici, invece, è sufficiente conservare i dati e i documenti nel fascicolo di studio: tale precisazione è molto rilevante, in quanto il nuovo decreto in materia ha eliminato l’archivio unico informatico e il registro cartaceo, lasciando però un vuoto normativo.
Oltre alle regole tecniche, la commissione Antiriciclaggio del Cnf ha elaborato anche la modulistica utile e un documento che contiene criteri e metodologie da adottare nell’analisi e nella valutazione del rischio. Inoltre, il Cnf organizzerà eventi formativi in tutta Italia.