Ormai anche la conta dei suicidi si è trasformata in qualcosa di rituale. Oggi l’ennesimo, questa volta a Rebibbia, dove un giovane detenuto di 30 anni si è impiccato nella sua cella del reparto g12 del carcere romano. Per lui non c’è stato nulla fare, nonostante i soccorsi.

Sono già 59 le persone che si sono tolte la vita in carcere dall’inizio dell’anno, alle quali vanno aggiunti i sei agenti della polizia penitenziaria che non ce l’hanno fatta più a reggere il peso della invivibilità in carcere. Sì perché, come diceva Marco Pannella, in carcere ci sono tutti sia i detenuti che i detenenti. E tutti soffrono di questa condizione ormai disperata, ben fotografata dall’ultimo rapporto dell’associazione Antigone. Al 30 giugno 2024, le carceri italiane ospitavano 61.480 detenuti a fronte di soli 51.234 posti regolamentari. Il tasso di affollamento ufficiale è del 120%, ma la situazione è ancora più grave se si considerano i posti effettivamente disponibili, infatti, tenendo conto dei 4.123 posti non utilizzabili, il tasso reale di affollamento sale al 130,6%.

La situazione è particolarmente critica in 56 istituti, dove il tasso di affollamento supera il 150%. In 8 la situazione è drammatica, con tassi superiori al 190%. Il record negativo spetta al carcere di Milano San Vittore (sezione maschile) con un incredibile 227,3% di sovraffollamento, seguito da Brescia Canton Monbello (207,1%) e Foggia (199,7%). Per la prima volta da anni, anche gli Istituti Penali per Minorenni (Ipm) si trovano in una situazione di sovraffollamento. Al 15 giugno 2024, erano presenti 555 giovani (di cui 25 ragazze) a fronte di soli 514 posti ufficiali.

A Rieti sono rientrate le proteste dei 400 detenuti che da alcuni giorni si autogestivano e si rifiutavano di entrare nelle celle rimanendo nei corridoi. Una protesta pacifica, senza violenze né verso le persone, né verso le cose.  Ma la situazione è allarmante anche in altri istituti penitenziari, dove si sono registrate nelle ultime ore delle proteste. Per Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria, preoccupano «le condizioni di sovraffollamento, le carenze nell'assistenza sanitaria e psichiatrica e la mancanza di personale impegnato da ieri pomeriggio per cercare di ripristinare l'ordine nel carcere reatino dove vi sono 499 detenuti rispetto a 295 posti disponibili».

Molto dure le critiche degli esponenti dell’opposizione, dopo l’ultimo suicidio di Rebibbia. Per la senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra, Ilaria Cucchi, si tratta di «un’altra sconfitta dello Stato di diritto, che dovrebbe far vergognare tutti, perché il carcere è diventato il luogo in cui si perde ogni speranza, senza alcuna possibilità di riabilitazione per tornare in società. Il contrario di quanto afferma la nostra Costituzione». In una nota la deputata Pd Michela Di Biase, componente della commissione Giustizia, dichiara: «Non si può più aspettare e soprattutto non è accettabile affrontare questa condizione drammatica con qualche intervento spot, come quelli contenuti nel decreto carceri. Servono norme per intervenire sul sovraffollamento e misure per migliorare l’assistenza sanitaria e psicologica dei detenuti».

Ma la maggioranza resta ferma sulle sue posizioni e il sottosegretario alla Giustizia, il leghista Andrea Ostellari, ospite a Start su Sky TG24, rispondendo sugli emendamenti proposti, anche da Forza Italia, per risolvere la situazione di sovraffollamento, ha detto chiaramente: «Abbiamo detto di no agli sconti sulla pena e ai decreti svuota-carceri, non per questioni ideologiche ma per ragioni giuridiche guidate anche dai numeri. Quello che abbiamo fatto con questo decreto-legge è potenziare le alternative al carcere. Non si può lasciare un detenuto libero senza alcuna possibilità di reinserirsi nella società. Il tema delle carceri non è una banderuola politica, basta decreti tampone, serve una riforma davvero strutturale. O investiamo sulla formazione e sul lavoro dei detenuti per dare una reale possibilità di rieducazione oppure il sistema non funzionerà mai».