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Non si ferma l’emergenza suicidi in carcere, con altri due detenuti che si sono tolti la vita nei nostri penitenziari nelle ultimare. Sono così 15 i suicidi in carcere da inizio anno, un numero enorme in assoluto e ancor di più se rapportato allo stesso periodo degli scorsi anni.
«Siamo costernati ed affranti: un detenuto che si toglie la vita in carcere è una sconfitta per lo Stato e per tutti noi che lavoriamo in prima linea», denuncia Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria dopo che un detenuto si è tolto la vita nella Casa circondariale di Carinola, nel Casertano.
E fa scalpore il caso del carcere di Montorio – Verona, dove siamo arrivati al quinto suicidio in meno di tre mesi, come denunciato dall’associazione Sbarre di Zucchero. «Una morte annunciata, quella del detenuto ucraino che si è tolto la vita ieri sera nel carcere di Montorio – Verona, perché già ci aveva provato, tagliandosi la gola, ad inizio anno, come avevamo dato comunicato in data 09 gennaio 2024 – scrivono Monica Bizaj, Micaela Tosato e Marco Costantini – Al suo rientro in carcere, dopo il ricovero, era stato allocato in sesta sezione (infermeria) ed è lì che ieri sera si è impiccato, portando a compimento il suo già manifesto intento di porre fine alla sua esistenza: come è possibile che non si sia stati in grado di evitare questa morte? Come è possibile che tale disagio psichiatrico non sia stato adeguatamente intercettato e preso concretamente in carico? Cosa sta succedendo nel carcere di Montorio? Ma, soprattutto, cosa stanno facendo direzione ed amministrazione comunale per evitare che questo Istituto continui ad essere tristemente noto come“il carcere della morte”?».
«Tutte queste domande – si legge nel comunicato dell’associazione – le rivolgeremo direttamente a Sindaco e giunta comunale nel corso del presidio che a breve faremo di fronte al Municipio di Verona, perché questo totale immobilismo deve finire immediatamente: quanti altri Farhady, Giovanni, Oussama, Antonio dovremo seppellire prima che si ammetta il totale fallimento nella gestione di un carcere che ai suoi reclusi offre solo abbandono e disperazione?».
«Nostro malgrado, la carneficina nelle carceri del Paese continua, così come proseguono il malaffare, le risse, le aggressioni alla Polizia penitenziaria, il degrado e molto altro ancora – commenta Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziari – pure un appartenente al Corpo di polizia penitenziaria due settimane fa si è tolto la vita».
E sul caso interviene anche l’ex sindaco del capoluogo scaligero, Flavio Tosi, deputato di Forza Italia. «Il cittadino ucraino suicidatosi nel carcere di Verona era incensurato ed era stato arrestato un mese fa "per proteggere la moglie che lo aveva denunciato, aveva anche una figlia e lavorava regolarmente – spiega Tosi sollecitando il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto – In un caso come questo, dove vieni incarcerato per motivi precauzionali e risulti incensurato dovresti avere la possibilità di telefonare alla mamma tutti i giorni. Anzi, il sistema dovrebbe prevedere delle misure cautelari diverse, non è ammissibile che ancora prima della eventuale sentenza il trattamento sia pari a quello che subisce un condannato per reati gravissimi. Speriamo che una volta tanto, anche il Sindaco e il Garante dei Detenuti del Comune di Verona si attivino senza dover essere sollecitati, questa assurda morte si poteva e si doveva evitare».