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«La Corte dei Conti è stata nella storia d’Italia un guardiano autorevole dei conti pubblici a garanzia di tutti i cittadini». E ora, con il tema del Recovery plan sul tavolo, il suo ruolo «diventa ancora più cruciale» per far sì che le risorse provenienti dall’Europa «vengano impiegate correttamente». A dirlo è il presidente del Consiglio Mario Draghi, intervenuto ieri alla cerimonia di insediamento del Presidente della Corte dei Conti, Guido Carlino, e di inaugurazione dell’anno giudiziario 2021, che si è tenuta alla presenza del capo dello Stato Sergio Mattarella, dei presidenti del Senato e della Camera, Elisabetta Casellati e Roberto Fico, e tra gli altri, del procuratore generale Angelo Canale e della presidente del Cnf, Maria Masi.
Il primo intervento pubblico del prsidente del Consiglio Mario Draghi
Si tratta del primo intervento pubblico del premier dal suo insediamento a Palazzo Chigi: il suo è stato un invito a unire le forze, un appello alle istituzioni perché collaborino alla rinascita economica e sociale del Paese. «L’emergenza epidemiologica e la connessa crisi economica mettono senz’altro a dura prova la richiesta di maggiore velocità e migliore trasparenza che i governati richiedono ai governanti in ogni luogo - sottolinea il premier. In democrazia è più difficile rispondere a questa doppia domanda, eppure lo Stato è chiamato a farlo, pena la perdita di fiducia verso le istituzioni, che fiacca la fiducia nel futuro». «È una mia profonda convinzione che - spiega il premier in un altro passaggio del suo discorso le contrapposizioni tra istituzioni siano un gioco a somma negativa, mentre la collaborazione produce effetti moltiplicatori. È a questo principio di leale e costruttiva collaborazione che penso vada improntata la relazione tra chi agisce e chi controlla: questo principio deve guidare tutti i servitori dello Stato, controllati e controllori». Per Draghi, dunque, «la Corte dei Conti, in virtù del complesso delle sue funzioni giurisdizionali» si pone «quale organo di garanzia della legalità contabile e degli equilibri di bilancio dell’intera amministrazione pubblica, che sono presupposti indefettibili per la tutela dei diritti sociali della collettività». L’ombra del Covid pesa sulla Sanità, le perdite umane sono altissime e il quadro economico assume «connotazioni gravi» di non «rapida soluzione». Anzi, i magistrati contabili evidenziano un «elevato rischio di insostenibilità del debito pubblico». L’unica luce che si intravede all’orizzonte proviene dal nuovo Quadro finanziario pluriennale dell’Ue 2021- 2027 che, integrato dal Next Generation Eu, costituisce «il motore per rilanciare, nei prossimi anni, le economie dei Paesi membri», sottolinea il presidente della Corte dei Conti Guido Carlino. Proprio per questo bisogna adoperarsi affinché le iniziative del Pnrr vengano individuate e attuate in maniera trasparente. Dietro l’angolo c’è infatti lo spettro che «molti, per motivi criminosi, possano trarre vantaggio dalla pandemia», avvisa il Carlino, assicurando che «in tale ambito, è determinante il ruolo che la Corte dei Conti svolgerà per il perseguimento degli obiettivi di prevenzione e repressione dei fenomeni di dispersione delle risorse pubbliche, che vanificano le politiche di bilancio e la possibilità di erogare servizi pubblici di qualità, con ulteriore aggravio per i cittadini e le imprese».
Il procuratore generale della Corte dei Conti Angelo Canale: «Non un euro dovrà essere sprecato»
«La fase della cosiddetta ripresa richiederà sforzi enormi e grande attenzione nell’impiego delle ingenti risorse del Next Generation Eu: non un euro dovrà essere sprecato; non un euro dovrà finire nelle tasche dei profittatori, dei disonesti, dei criminali», aggiunge Angelo Canale. Deve esserci quindi un controllo che, come sottolinea il presidente del Consiglio, Mario Draghi, «deve essere intransigente e rapido». «Ma con la stessa fermezza considero fondamentale che tale controllo sia rapido perché le decisioni della Corte, quando intervengono lontane dagli atti sottoposti a controllo, pur se intransigenti, inevitabilmente perdono molta della loro efficacia», precisa il premier. Nella sua relazione spiccano due parole chiave: «fiducia e responsabilità». Ovvero «fiducia tra istituzioni e persone che le compongono», ed è quindi «necessario sempre trovare un punto di equilibrio tra fiducia e responsabilità». «Occorre, infatti, evitare gli effetti paralizzanti della fuga dalla firma, ma anche - aggiunge - regimi di irresponsabilità a fronte degli illeciti più gravi per l’erario». La premessa è che «il quadro legislativo che disciplina l’azione dei funzionari pubblici si è “arricchito” di norme complesse, incomplete e contraddittorie e di ulteriori responsabilità anche penali» e che «tutto ciò ha finito per scaricare sui funzionari pubblici responsabilità sproporzionate». L’obiettivo ora è «rafforzare la qualità dell’azione amministrativa», a partire «dalle competenze delle persone». Semplificare le regole e i processi decisionali, investire nella digitalizzazione e nell’innovazione, «sono le giuste strade», aggiunge Canale, come lo è anche «formare una dirigenza consapevole, preparata e in grado di affrontare le difficoltà con coraggio e l’orgoglio di svolgere un servizio pubblico. La deresponsabilizzazione, invece, non è mai un rimedio».