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«Dato quello che sta accadendo in questi mesi di crescente perdita di credibilità da parte della magistratura è diventata una costante che tutte le forze politiche colgano l’occasione per regolare dei conti. Fa parte di un’operazione politica, cercare di lucrare un segmento di consenso dell’opinione pubblica. Qualche sondaggio recente attesta che la credibilità della magistratura è scesa al 42% e qualcuno pensa di cavalcare questo dato». È netto il giudizio di Eugenio Albamonte, segretario di Area, sull’ipotesi di un referendum di Lega e Radicali per la riforma della giustizia. «A parte la stranezza di una forza di governo che con dei tavoli di riforma aperti su sui sarebbe il caso di lavorare, decide che non si faccia niente e che si dia la parola ai cittadini», sottolinea il segretario delle toghe progressiste. Quanto ai possibili quesiti «vedo scarsa materia di referendum - osserva Albamonte - forse guarda caso l’unica materia che si presta a un quesito referendario è la legge Severino, che non è una cosa che riguarda la magistratura ma la politica. Mettere insieme questi temi significa soprattutto cercare di trovare l’occasione per svincolare i politici dalla Severino e dalle conseguenze di eventuali condanne». «Per il resto la responsabilità civile dei magistrati c’è, esisteva già ed è stata modificata da Renzi - ricorda - non si può intervenire su questo se non con un referendum propositivo, e allora si torna alla parola al Parlamento, quindi tanto vale lavorare adesso lì». Infine «sulla separazione delle carriere la raccolta delle firme è già stata fatta, c’è una proposta in Parlamento, c’è un percorso avviato». Insomma, conclude Albamonte, «mi sembra una boutade, un tentativo di cavalcare un momento di opinione pubblica favorevole, come purtroppo è accaduto anche in altre occasioni».